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 GERMANIA - GERMANIA - L'impronta di Co2 dei nostri consumi quotidiani
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Notizia 
27 gennaio 2009 0:00
 
Il 26 gennaio, sono stati presentati a Berlino i risultati del progetto Product Carbon Footprints (PCF). Con il patrocinio di Wwf, Istituto ecologico e Istituto di Potsdam per la ricerca climatica, dieci aziende hanno analizzato il livello di Co2 di singoli beni di consumo dei rispettivi assortimenti. Per valutare "l'impronta Co2" i partecipanti hanno seguito il ciclo vitale di 15 prodotti, illustrati in studi di varie pagine. Hanno preso in considerazione non solo la produzione di un articolo o il suo trasporto, ma quel che accade con il reperimento della materia prima, hanno valutato i mezzi con cui i consumatori vanno a comprarlo, l'uso e lo smaltimento.
I prodotti esaminati per valutare l'effetto serra erano i piu' vari. Il test proposto da Tschibo riguardava la tazzina di caffe' (50-101 grammi); per Rewe era una confezione di fragole dalla Spagna (442 grammi); per dm-Drogeriemarkt la carta da toilette (2,5 chili la confezione da 10); per Telekom un allacciamento telefonico (negli anni, 144 kg); per Tengelman un pacco di sei uova bio (1.178 grammi). Si e' visto che il risultato dipende da vari fattori: nel caffe' conta soprattutto come viene bollito; per la carta da toilette vale il metodo di produzione; per le uova importa come sono allevate le galline.
Se si considera che in Germania il consumo privato produce 4 tonnellate di Co2 a persona, vale a dire il 40% delle emissioni totali, si capisce perche' gli esperti chiedono di promuovere un'emissione unitaria internazionale, limitata a 2 tonnellate pro capite. Ma per centare l'obiettivo bisogna che il consumatore  sia meglio informato. Un primo passo potrebbe venire da questo progetto pilota.
 
 
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