Al Quaeda sarebbe presente in America Latina attraverso il traffico di cocaina che dalla Colombia e dal Messico transita per l'Africa prima di arrivare sul mercato europeo. E' quanto sostiene l'Agenzia antidroga statunitense Dea che, attraverso il direttore per la regione andina, Jay Bergman, analizza questa "alleanza" dei terroristi islamici con i cartelli della droga messicani e con i guerriglieri delle Farc .
Secondo la Dea si tratta di un conseguenza del rafforzamento dei controlli delle autorita' costiere, soprattutto di Spagna e Portogallo, e negli aeroporti, che hanno spinto i trafficanti a cercare nuove rotte verso sud gia' a meta' degli anni '90, per poi concentrarsi sull'Africa occidentale.
"Come dimostra il recente arresto di tre presunti membri di Al Qaeda -spiega in un'intervista concessa da Bergman alla Reuters- l'espansione del traffico di cocaina attraverso l'Africa occidentale ha favorito un'alleanza 'impura' tra narcoterroristi sudamericani e estremisti islamici".
"Tutti i sequestri di velivoli realizzati in Africa occidentale arrivavano dal Venezuela. La ragione principale per la quale questo Paese e' diventato un nodo della distribuzione e' prettamente geografica". Washington ha piu' volte accusato il governo venezuelano di non fare abbastanza per contrastare questo fenomeno, ma il presidente Hugo Chavez ha sempre respinto ogni addebito e negli ultimi mesi ha sostenuto che sarebbe l'intelligence colombiana a favorire il passaggio illegale di droga attraverso il suo Paese. Per questo il presidente venezuelano, che ha cacciato gli uomini della Dea dal Venezuela nel 2005 accusandoli di spionaggio, ha annunciato l'intenzione di abbattere i velivoli sospetti che attraverseranno lo spazio aereo del suo Paese.