Il primo gennaio, la Cina e sei Stati del Sudest asiatico hanno eliminato la quasi totalità dei diritti doganali su 7.000 prodotti e servizi che coprono il 90% dei loro scambi. L'accordo, che entra in vigore in quella che è divenuta la terza zona di libero scambio al mondo per volume, modificherà il panorama commerciale e industriale di una regione che, dalla Cina a Singapore, dalle Filippine a Myanmar, copre 13 milioni di chilometri quadrati e ha una popolazione di 2 miliardi di abitanti. L'accordo sarà applicato in tutta l'area solo nel 2015. In seno all'Associazione dei Paesi dell'Asia del Sud-Est (Asean), vi partecipano, per ora, solo Thailandia, Indonesia, Brunei, Filippine, Singapore e Malaysia. Gli ultimi entrati, i più poveri -Laos, Birmania, Vietnam e Cambogia- fruiranno di un "rinvio" di cinque anni. Per la Cina, che potrà aumentare le sue esportazioni di materie prime e inondare l'Asia del Sud-Est di prodotti a buon mercato, l'accordo è una vera manna.