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 ITALIA - ITALIA - Tossicodipendenza. Nuovo metodo misto di cura
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22 maggio 2013 18:55
 
Un manifesto che intende dare una svolta nelle cure delle tossicodipendenze. Il progetto prevede di iniziare a trattare i tossicodipendenti, che ormai controllano la propria 'addiction' come tutti gli altri malati cronici, senza costringerli a seguire il proprio percorso nei centri specialistici per le dipendenze. In questo modo non sarebbero costretti a lasciare, durante le cure 'integrate', l'ambiente in cui si svolge la loro vita e verrebbero liberati dallo 'stigma sociale' che spesso li condanna all'emarginazione. A presentare il 'Manifesto italiano per la cura delle tossicodipendenze: il modello di cura misto', questa mattina al Circolo della Stampa di Milano, e' stato Icro Maremmani, docente di Farmatossicodipendenza all'Universita' di Pisa.
Il nuovo approccio e' basato sull'integrazione fra gli interventi dei centri specialistici (Sert) e il contributo dei medici di base e dei farmacisti. Oggi sono disponibili strumenti farmacologici che possono consentire questo percorso di recupero e reintegrazione. Il Manifesto e' stato scritto a piu' mani e incarna la comunione d'intenti tra gli specialisti, i medici di famiglia, i farmacologi, i farmaeconomisti e gli psichiatri e operatori dei Sert. La cura proposta nel manifesto prende le mosse innanzitutto dal nuovo identikit dei tossicodipendenti, registrato da uno studio di Gfk Eurisko, presentato da Stefania Fregosi: "Isolamento, emarginazione o degrado sociale e culturale non sembrano piu' essere le caratteristiche distintive del paziente tossicodipendente". Oggi, infatti, il paziente "lavora, vive una vita sociale e relazionale normale". L'indagine, dunque, "mette in luce il profilo di un paziente che, nonostante l'esperienza della tossicodipendenza, mostra un buon inserimento nel contesto professionale: circa il 50% lavora e ha conseguito un titolo di studio superiore" e si e' creato "una rete sociale e familiare: in un 1/3 dei casi il paziente e' sposato o convive, in 1/4 ha figli e quasi l'80% vive in famiglia o in casa con amici". Con questo nuovo tipo di paziente, spiega Maremmani, i 'vecchi' servizi di contrasto alle dipendenze non possono funzionare perche' prevedevano "la separazione del tossicodipendente dall'ambiente in cui si drogava per poi reimmetterlo pian piano in societa'". Ma adesso "i tossicodipendenti sono cambiati, molti hanno una vita attiva e, allontanarli da questa, diventa un problema". Dunque, si deve procedere a un modello 'integrato' di cura, con l'ausilio di medici di famiglia e farmacisti, senza allontanare il paziente dall'ambiente in cui vive. In Italia si stima che ci siano circa 500mila tossicodipendenti che necessitano di cure, mentre i soggetti effettivamente trattati sono 'solo' 170mila. Lorenzo Mantovani, dell'Universita' di Napoli Federico II, ha spiegato: "In Italia i costi legati al consumo di droghe, sono pari al 2% del Pil, calcolati in 31 miliardi di euro nel 2011. I costi sanitari specifici per la cura delle tossicodipendenze rappresentano poco piu' del 5% dei costi totali. Le strutture di assistenza sono 1.630, 563 rappresentate dai Sert e 1.067 da comunita' terapeutiche". Infine, e' stato calcolato che "un euro investito nella cura delle tossicodipendenze genera un beneficio di 6 euro".
 
 
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