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Covid-19: La storia delle pandemie racconta la storia della globalizzazione economica
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Articolo di Redazione
1 gennaio 2025 9:59
 
 La pandemia di Covid-19 è iniziata appena cinque anni fa, con i primi casi di questa malattia respiratoria altamente contagiosa a Wuhan, in Cina. Un simile anniversario dovrebbe stimolare una riflessione: come possiamo includere questo evento nella nostra storia?

Questa epidemia sarà ricordata innanzitutto per le sue vittime dirette – almeno 7 milioni sono morti a causa del coronavirus SARS-CoV-2 – e indirette – più di 4 miliardi di persone si sono autolimitate per limitare il contagio. Ma il nome del virus che ha causato questa pandemia indica che le sue origini vanno ricercate ben prima del 2019: SARS-CoV-2 è una mutazione di SARS-CoV-1, rilevata nella Cina meridionale nel 2002, quando si verificò la sindrome respiratoria acuta grave. (crisi della SARS).

La mobilitazione delle società asiatiche dopo questa crisi per prepararsi alla prossima pandemia spiega senza dubbio la limitazione del numero di vittime nei primi giorni dell'epidemia di Covid-19 nel 2020. E gli esperti di "salute globale" stavano già mettendo in guardia sui rischi della comparsa di un virus influenzale in Cina a partire dagli anni '70.

Ambito geopolitico
Il Covid-19 giunge quindi alla fine di una sequenza durata circa cinquant’anni: l’accelerazione della modernità in Cina, in particolare con l’allevamento industriale e il traffico di animali (pipistrelli o pangolini), ha provocato l’emergere di un virus che si è diffuso nel resto del mondo. pianeta a causa della sua dipendenza dall'economia cinese.

Ma un'altra prospettiva colloca questa pandemia in una storia più lunga. Nuovi virus emergono a causa dei cambiamenti nelle relazioni tra uomo e animale. Causano zoonosi, cioè malattie che possono essere trasmesse oltre i confini di specie. Una mostra attualmente in corso al Musée des Confluences di Lione dimostra che la storia delle pandemie racconta la storia della globalizzazione economica, durante la quale alcune specie animali, come i ratti e i polli, si sono diffuse in tutto il pianeta seguendo l'uomo.

Le città rimaste in silenzio durante il lockdown hanno dato agli animali selvatici l'opportunità di rioccupare lo spazio umano, che da secoli invade il loro. Molti abitanti delle città, sperando di tornare in un ambiente rurale dal quale erano stati tagliati fuori, sognavano di diventare cacciatori-raccoglitori per rompere radicalmente con la modernità. Sebbene questi sogni si siano raramente tradotti in misure ecologiche concrete, essi mettono in luce i profondi riscontri che la crisi sanitaria ha suscitato nell'aspirazione di ogni essere umano a vivere in armonia con il proprio ambiente.

Queste due sequenze storiche viste attraverso i virus emergenti – una storia breve a partire dagli anni ’70 e una lunga storia a partire dal Neolitico – non ci permettono tuttavia di cogliere la portata geopolitica dell’epidemia di Covid-19. Gli ultimi due secoli costituiscono una sequenza rilevante per comprendere l'avvento della modernità, vale a dire l'imposizione da parte delle società europee dei loro valori morali e delle loro concezioni del mondo al resto del pianeta. Ma è in questa sequenza che bisogna collocare la pandemia.

Per la Repubblica Popolare Cinese, potenza economica e diplomatica emergente, il passaggio dal SARS-CoV-1 al SARS-CoV-2 tra il 2002 e il 2019 ha rappresentato un'opportunità per guadagnare posizioni sullo scacchiere internazionale. La cattiva gestione dei primi casi di Covid-19 a Wuhan, la controversia sulle origini del virus in questa città della Cina centrale e gli eccessi della politica "zero Covid" hanno allontanato definitivamente il governo di Xi Jinping dai suoi omologhi stranieri.

Sinistra Vendetta
Ma gli esperti cinesi dicono che hanno dimostrato le proprie competenze nella produzione di mascherine e vaccini per i paesi del Sud del mondo. Tuttavia, questa ascesa dell'economia cinese è vista dai leader cinesi come una vendetta per due secoli di umiliazioni da parte delle potenze europee, che hanno descritto la Cina come "il malato dell'Asia". Il fatto che un virus originario della Cina abbia causato più vittime nel resto del mondo che nel suo Paese d'origine può essere sembrato una sinistra vendetta per i leader di uno Stato autoritario.

Ciò significa che l'epidemia di Covid-19 segna la vittoria della Cina e il rovesciamento del mondo dopo due secoli di dominio europeo? La rielezione di Donald Trump, che tra le sue forze motrici ha il timore che gli Stati Uniti vengano declassati dalla Cina, potrebbe suggerirlo. Ma questo lascerebbe poco spazio all'Europa in questo nuovo gioco geopolitico, se non come spazio di scontro tra grandi potenze autoritarie.

L'Europa ha ancora un ruolo da svolgere nel mondo attraverso il suo sostegno alle sentinelle pandemiche. Con questo termine si intendono gli esseri viventi (come i polli non vaccinati) o i territori (come Hong Kong) che si trovano in prima linea nell'emergenza dei virus zoonotici [trasmissibili tra uomo e animale], che lanciano l'allarme al resto degli esseri viventi. che sviluppino adeguate difese immunitarie.

Si è parlato molto della “guerra ai virus” durante la pandemia, ma si è capito poco dell’intera gamma di strumenti disponibili per anticipare l’emergenza virale, dall’accumulo di mascherine e vaccini alla “caccia ai virus” per rilevarli. nuove forme, attraverso la simulazione di epidemie negli ospedali. Ora, queste tecniche di anticipazione devono molto alla storia europea, cioè al modo in cui questa parte del continente ha pensato a se stessa come a una sentinella per dare un senso sociale alle trasformazioni economiche del pianeta.

La pandemia di Covid-19 è anche un'opportunità per l'Europa di riappropriarsi della propria storia, in un momento in cui potrebbe scomparire sotto la pressione di regimi autoritari che hanno tratto vantaggio dal trauma causato da questa epidemia.

(Frédéric Keck, antropologo, su Le Monde del 31/12/2024)
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