Il 28 Settembre è la giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro. Una buona occasione, per chi avesse ancora qualche dubbio, di informarsi sulla realtà della legge italiana, un ibrido che consente ampi margini di discrezionalità e non applicazione.
Fatto tesoro delle denunce di non applicazione e malfunzionamento della legge, con un esecutivo che invece di levare i paletti non fa altro che aumentarli (l’accesso - sponsorizzato e finanziato- ad enti anti-aborto negli ospedali per convincere le abortienti a non proseguire, è solo l’ultima manifestazione di arroganza e ostracismo) ci sono due motivi perché la legge funziona male: la mancanza di libertà di scelta per chi vuole abortire; il sistema sanitario che non garantisce il diritto su tutto il territorio nazionale.
L’attuale imposizione di una corsa ad ostacoli per chi vuole abortire è frutto di compromessi e accordi di una legge che, risalente a più di 50 anni fa, era specchio di un mondo che è molto superato, quello più o meno di ideologi e religiosi e cattolici. Dove sembra che questi ultimi abbiano ampiamente maturato la convinzione che possono continuare ad essere contrari senza dover per questo imporlo anche a chi pensa in modo diverso. A parte alcune associazioni, nessun partito italiano si proclama antiabortista, e sono i partiti che approvano le leggi non le associazioni.
L’obiezione di coscienza del personale sanitario è la causa principale per l’impossibilità che il servizio sanitario nazionale risponda alla sua funzione di garantire il diritto ovunque. Maggioranza o minoranza che siano questi sanitari all’interno di una struttura, non è questo motivo perché la stessa non debba funzionare alla bisogna.
Il regime oggi di applicazione della legge è violento e ipocrita, incluso il limite di 90 giorni dal concepimento per abortire, nonchè la motivazione da addurre che la prosecuzione della gravidanza rappresenti un pericolo alla propria salute fisica e mentale. Vengono di fatto avvantaggiati coloro che vogliono impedire l’aborto.
Grazie a questa fotografia poco edificante della situazione, crediamo che sia giunto il momento di radicalmente modificare l’attuale legge, ché vengano rimossi ostacoli e garantito il diritto.
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