Il governo ha deciso date e metodi delle prossime elezioni, amministrative e referendum su lavoro e cittadinanza. Per facilitare la partecipazione, a differenza di quanto prevede la legge, si tengono in due giorni (25 e 26 maggio) le amministrative, ma i referendum si terranno in contemporanea solo con gli eventuali ballottaggi delle amministrative (8 e 9 giugno). Siccome al ballottaggio saranno pochi i comuni ad andarci e, anche dove ci andranno, le percentuali dei partecipanti sono sempre minori del primo turno, il governo ha deciso di non creare opportunità per facilitare il voto referendario.
I referendum, proprio perchè sono potenzialmente trasversali e non atti di fede in bianco verso un qualche partito, continuano ad essere boicottati. Si temono le decisioni dei singoli elettori. In un contesto in cui a votare ci va grossomodo la metà degli aventi diritto.
Per Capire: quando ci dicono che il partito di maggioranza relativa è quello principale del governo in carica, forte del suo 30%, è bene ricordare che si tratta del 30% di quel 50% che va a votare, non certo di tutti gli elettori. Il partito Fratelli d’Italia, quindi, ci governa forte del consenso del 15% degli italiani.
E’ bene ricordare tutto questo per capire come viene esercitato il potere esecutivo e legislativo. A noi sembra più che altro per procrastinare l’esistente piuttosto che occasione e potenzialità. Una democrazia malata. Ricordiamo che, per i referendum, in Svizzera e Usa per esempio, si vota di continuo e sempre durante quelli che vengono chiamati “election day”.
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