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ETF: tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere - parte 2
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Articolo di Alessio Vannucci
28 marzo 2024 16:30
 
Nel precedente articolo introduttivo abbiamo esplorato cosa sono gli Exchange Traded Funds (ETF) e i principali vantaggi che ne hanno decretato il successo, come la diversificazione semplice, i costi contenuti, l'estrema liquidità e la trasparenza.

Abbiamo visto come gli ETF permettano di replicare l'andamento di interi indici o panieri di titoli attraverso un unico prodotto negoziabile in borsa, fornendo un accesso efficiente a un'ampia gamma di opportunità di investimento.

Con quasi 3.000 ETF ormai disponibili in Europa che spaziano dalle asset class tradizionali a strategie e temi più specializzati, la vasta gamma di opzioni può sembrare inizialmente scoraggiante per un investitore. Come orientarsi in questa giungla?

In questo secondo articolo esploreremo nel dettaglio le principali categorie in cui si suddividono gli ETF oggi disponibili sul mercato. Dalla distinzione base tra azionari, obbligazionari, materie prime e alternativi, passeremo a esaminare alcune tipologie più evolute e complesse come gli ETF Smart Beta, Factor Investing, Tematici e quelli a Gestione Attiva o con leva finanziaria.

ETF Azionari
Gli ETF azionari rappresentano la categoria di più ampia diffusione tra questi strumenti. Essi consentono di ottenere esposizione ai mercati azionari globali, o a segmenti geografici o settoriali specifici, replicando l'andamento di indici o panieri di azioni.
Questa vasta categoria si suddivide principalmente nelle seguenti sottocategorie:
Ampi mercati
Questa sottocategoria comprende gli ETF che si prefiggono di replicare indici rappresentativi dell'intero mercato azionario mondiale o di ampie regioni sviluppate/emergenti. 
 Esempi:
- MSCI World: segue l'indice azionario globale dei mercati sviluppati
- MSCI Emerging Markets: replica l'indice dei principali paesi emergenti
- MSCI Europe: esposto al mercato azionario complessivo dell'area europea sviluppata

Paesi e regioni specifiche
Un altro rilevante segmento è costituito dagli ETF incentrati su singoli mercati nazionali o regioni limitate. Questo tipo di ETF permette di concentrare gli investimenti su economie o aree specifiche di interesse, modulando i livelli di diversificazione geografica.
 Alcuni esempi:
- S&P500: replica le 500 società statunitensi a maggior capitalizzazione;
- MSCI Japan IMI: replica il mercato azionario giapponese a diversi livelli di capitalizzazione
- MSCI EM: esposto all'intera area dell'America Latina

Settori e industrie
Un'ulteriore rilevante sottocategoria è rappresentata dagli ETF settoriali, che offrono esposizione mirata a determinati indici che seguono comparti o filiere del ciclo economico globale e  possono essere impiegati per sovraesporre particolari segmenti sulla base delle proprie view di mercato:
- MSCI Europe Healthcare: investe nelle sole aziende healthcare europee
- MSCI Information Technology: segue il settore tecnologico a livello mondiale
- STOXX Europe 600 Automobiles & Parts: esposto al comparto automobilistico/componentistica in Europa

Temi e trend
Gli ETF tematici si concentrano su specifici temi o megatrend, come l'innovazione tecnologica, la transizione energetica, l'invecchiamento della popolazione o l'urbanizzazione. Questi ETF permettono agli investitori di accedere a società che operano in settori o industrie che si prevede possano beneficiare di tendenze strutturali di lungo periodo, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica o dalla loro appartenenza a un particolare indice di mercato.

A differenza degli ETF settoriali tradizionali, che si concentrano su settori ben definiti come la tecnologia o la sanità, gli ETF tematici possono investire in società di diversi settori che sono accomunate da un tema specifico. Ad esempio, un ETF sulla robotica potrebbe includere società di software, semiconduttori, automazione industriale e servizi di ingegneria.

E’ importante tenere presente che gli ETF tematici possono essere più volatili e meno diversificati rispetto agli ETF generici, poiché sono concentrati su un numero limitato di società e settori. Inoltre, alcuni temi possono essere soggetti a cicli di mercato o a rischi specifici, come la regolamentazione o la concorrenza.

La categoria degli ETF azionari si presta quindi a molteplici strategie di investimento. Da un lato è possibile utilizzarli per costruire l'esposizione "core" del portafoglio, replicando indici ampi rappresentativi di intere regioni o dell'intero mercato sviluppato ed emergente. Dall'altro, è possibile ottenere esposizioni di nicchia molto mirate su singoli paesi o settori specifici, modulando la diversificazione geografica e settoriale desiderata.

ETF Obbligazionari
Gli ETF obbligazionari offrono agli investitori un modo semplice e diversificato per accedere al mercato dei titoli a reddito fisso. Proprio come gli ETF azionari, anche quelli obbligazionari possono essere suddivisi in diverse sottocategorie in base al tipo di obbligazioni in cui investono:

- Titoli di Stato (es. Bloomberg Italy Treasury Bond): questi ETF investono in obbligazioni governative, considerati tra gli investimenti più sicuri. Possono focalizzarsi su specifiche scadenze (breve, medio o lungo termine) o coprire l'intera curva dei rendimenti;

- Obbligazioni Corporate Investment Grade (es. Bloomberg Euro Corporate Bond): si tratta di ETF che investono in obbligazioni emesse da società con rating elevato (da AAA a BBB-). Offrono rendimenti superiori ai titoli di stato ma con un rischio di credito leggermente più alto. Possono essere ulteriormente suddivisi per scadenza o settore di appartenenza degli emittenti;

- Obbligazioni High Yield (es. iBoxx EUR Liquid High Yield): conosciute anche come "obbligazioni spazzatura", sono emesse da società con rating inferiore a BBB-. Gli ETF high yield offrono rendimenti potenzialmente elevati ma con un rischio di default maggiore. Sono adatti a investitori disposti ad assumersi rischi più alti in cambio di rendimenti superiori;

- Obbligazioni di Paesi Emergenti (es. JP Morgan EMBI Global Core): investono in titoli di stato emessi da governi di paesi emergenti. Possono offrire rendimenti interessanti grazie alla crescita economica di questi paesi e ai tassi di interesse spesso più elevati. Tuttavia, comportano rischi legati all'instabilità politica, alle fluttuazioni valutarie e al rischio di default sovrano;

- Obbligazioni Convertibili (es. Refinitiv Qualified Global Convertible): le obbligazioni convertibili possono essere scambiate con un determinato numero di azioni della società emittente. Gli ETF su questi titoli offrono un mix tra la sicurezza di un'obbligazione e il potenziale di apprezzamento di un'azione.

ETF su asset alternativi
Gli ETF che investono in asset alternativi offrono l'opportunità di diversificare il loro portafoglio al di là delle tradizionali azioni e obbligazioni, includendo asset come immobili, infrastrutture, private equity, e altri strumenti non correlati ai mercati finanziari convenzionali. Questi ETF forniscono agli investitori un accesso più ampio e diversificato a classi di attività che tradizionalmente sono state riservate agli investitori istituzionali o accreditati. Tra parentesi viene indicato, a titolo di esempio, un indice relativo alla categoria di investimento.

- ETF immobiliari (es. FTSE EPRA/NAREIT Developed Dividend+): investono in società immobiliari o in proprietà immobiliari dirette. Offrono esposizione al mercato immobiliare e possono generare reddito attraverso gli affitti;

- ETF su indici di  private equity (es. S&P Listed Private Equity): investono in società non quotate in borsa, spesso in fase di crescita o di ristrutturazione. Possono offrire potenziali rendimenti elevati, ma sono anche più rischiosi e meno liquidi;

- ETF multi-asset (es. Morningstar Global Multi-Asset Infrastructure): investono in una combinazione di diverse classi di attività, come azioni, obbligazioni, materie prime e valute. L'obiettivo è fornire diversificazione e potenziale di rendimento in varie condizioni di mercato, gestendo al contempo il rischio complessivo del portafoglio. Questi strumenti possono essere una scelta interessante per gli investitori che cercano un approccio di investimento più bilanciato e diversificato, senza dover gestire attivamente l'allocazione del proprio portafoglio tra diverse classi di attività;

- ETF sulle IPO (es. IPOX Schuster US 100): investe principalmente in società che hanno recentemente fatto il loro ingresso nel mercato azionario attraverso un'offerta pubblica iniziale (Initial public offering).

ETF Fattoriali e Smart Beta
Gli ETF Fattoriali e Smart Beta rappresentano una nuova frontiera nel mondo degli investimenti passivi, con l’obiettivo di ottenere risultati potenzialmente migliori rispetto agli indici di mercato tradizionali, che sono tipicamente ponderati per capitalizzazione.
Queste strategie si basano su metodologie alternative di ponderazione dei titoli, che tengono conto di fattori specifici o caratteristiche delle azioni che hanno dimostrato storicamente di generare rendimenti superiori o di ridurre la volatilità del portafoglio.

I Fattoriali si concentrano su specifici fattori di rischio o caratteristiche delle azioni che storicamente hanno dimostrato di generare rendimenti superiori nel lungo termine. Alcuni dei fattori più comuni includono:
- Valore: società con valutazioni basse rispetto ai fondamentali;
- Momentum: azioni che hanno registrato una performance superiore nel recente passato;
- Dimensione: azioni di società a bassa capitalizzazione (small cap).
- Quality: società con fondamentali solidi e stabili.
- Bassa volatilità: azioni con una volatilità dei prezzi inferiore alla media del mercato.

Gli ETF Smart Beta, invece, utilizzano regole di ponderazione alternative per la costruzione del portafoglio, con l'obiettivo di migliorare i rendimenti aggiustati per il rischio rispetto agli indici tradizionali. Queste strategie possono includere l’uguale ponderazione (equal weighting), la ponderazione basata sui fondamentali (come dividendi o ricavi) o la ponderazione basata sulla volatilità.

Un esempio di questo tipo di etf è l’Ossiam Shiller Barclays CAPE US Sector Value TR, il quale seleziona i cinque settori dal S&P 500 che presentano il CAPE (Cyclically Adjusted Price Earnings) relativo più basso. Il metodo calcola il settore con il prezzo dinamico più basso rispetto a un periodo di 12 mesi, indicando il settore con la performance più debole durante il periodo di revisione.
L'obiettivo degli ETF Fattoriali e Smart Beta è quello di offrire agli investitori un'esposizione mirata a specifiche caratteristiche delle azioni o strategie di investimento che possono potenzialmente generare rendimenti superiori nel lungo termine. Tuttavia, è importante notare che queste strategie possono anche comportare rischi specifici e periodi di sottoperformance rispetto ai benchmark tradizionali.

Conclusioni
In sintesi, gli ETF offrono un'ampia gamma di opportunità per gli investitori di ogni tipo, consentendo di costruire portafogli diversificati ed efficienti in modo semplice ed accessibile. Tuttavia, la scelta degli ETF più adatti alle proprie esigenze richiede una valutazione attenta delle caratteristiche e dei rischi associati a ciascun prodotto, nonché una chiara definizione dei propri obiettivi di investimento.

Per gli investitori alle prime armi, gli ETF passivi che replicano indici di mercato ben diversificati rappresentano spesso la scelta più prudente, mentre gli investitori più esperti possono valutare l'utilizzo di ETF più complessi, ma solo dopo aver acquisito una profonda conoscenza del loro funzionamento.

In ogni caso, il successo nell'investimento in ETF richiede una strategia ben definita, una disciplina nel seguire il proprio piano e una visione di lungo periodo. Solo così sarà possibile sfruttare appieno le potenzialità di questi strumenti e costruire un portafoglio solido e resiliente nel tempo.
Nei prossimi articoli di questa serie esploreremo ulteriori aspetti degli ETF.  Continuate a seguirci per imparare a sfruttare al meglio le opportunità offerte da questi strumenti di investimento sempre più popolari.

APPENDICE: gli etf a gestione attiva, a leva e leva inversa
Oltre agli ETF passivi, che replicano fedelmente la composizione e la performance degli indici di mercato, esistono due categorie di ETF che si distinguono per la loro maggiore complessità e per il loro approccio più dinamico alla gestione del portafoglio: gli ETF attivi e gli ETF a leva ed a leva inversa.
Questi strumenti presentano caratteristiche e profili di rischio/rendimento significativamente diversi rispetto agli ETF passivi, e richiedono una maggiore conoscenza dei mercati finanziari e dei meccanismi di funzionamento degli ETF stessi. Prima di investire in queste particolari tipologie di ETF, è fondamentale comprendere appieno le loro specificità e valutare attentamente la loro compatibilità con i propri obiettivi e vincoli di investimento.

- Gli ETF a gestione attiva
Questi strumenti differiscono dai tradizionali fondi comuni d'investimento attivi principalmente per la loro struttura e modalità di negoziazione. Mentre entrambi cercano di superare un indice di riferimento o ottenere rendimenti superiori al mercato, gli ETF a gestione attiva sono negoziati in borsa, consentendo agli investitori di acquistare e vendere quote durante l'orario di negoziazione come azioni ordinarie. Questo aspetto offre maggiore flessibilità e liquidità rispetto ai fondi comuni d'investimento tradizionali, che di solito vengono scambiati una volta al giorno dopo la chiusura dei mercati. Inoltre, gli ETF a gestione attiva tendono ad avere commissioni di gestione più basse rispetto ai fondi comuni d'investimento, non necessitando della struttura distributiva (i promotori finanziari) che caratterizza i fondi.

- ETF a leva/leva inversa
Sono strumenti finanziari che mirano ad amplificare i rendimenti di un indice o di un asset sottostante utilizzando la leva finanziaria. Progettati per offrire un rendimento multiplo (ad esempio 2x o 3x) rispetto alla performance giornaliera dell'indice di riferimento, per raggiungere questo obiettivo, gli ETF a leva utilizzano derivati come futures, opzioni e swap.
Ad esempio, con un rapporto di leva 2x, un ETF a leva raddoppierà i rendimenti dell'indice sottostante. Questo significa che se l'indice di riferimento sale dell'1%, l'ETF a leva 2x aumenterà del 2%. Gli ETF a leva inversa, d'altra parte, offrono un'esposizione inversa rispetto all'andamento dell'indice sottostante; un ETF a leva inversa -1x seguirà un indice al ribasso, quindi se l'indice scende dell'1%, l'ETF a leva inversa -1x aumenterà dell'1%.
Mentre gli ETF a leva possono potenzialmente generare rendimenti elevati in un breve periodo, comportano anche rischi significativi. A causa del reset giornaliero e dell'effetto composto, la performance di un ETF a leva può discostarsi notevolmente dalla performance a lungo termine dell'indice sottostante moltiplicata per il fattore di leva. Questo fenomeno, noto come "decay" o "slippage", può portare a perdite sostanziali, soprattutto in condizioni di mercato volatile.
Inoltre, gli ETF a leva sono soggetti a rischi di controparte, poiché fanno affidamento su derivati per raggiungere l'esposizione desiderata. In caso di fallimento della controparte, gli investitori potrebbero subire perdite. Gli ETF a leva sono anche soggetti a costi di gestione più elevati rispetto agli ETF tradizionali, a causa della complessità delle strategie impiegate.
Data la loro natura complessa e rischiosa, gli ETF a leva sono generalmente considerati adatti solo a investitori esperti con un'alta tolleranza al rischio ed ad un utilizzo di brevissimo termine.


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