E' da una vecchia
canzone di Eugenio Finardi che abbiamo estratto il titolo di questo articolo che riprende un testo pubblicato su The New York Times (autore Neel V. Patel) per testimoniare il disagio del nostro tempo (e soprattutto degli Usa del trumpismo) e la voglia di qualcosa che cambi tutto radicalmente... l'ignoto in questo caso, con la presentazione di un articolo "
Gli umani sono divisi e infelici. Quale momento migliore per contattare la vita aliena?" di Douglas Vakoch.
Nel romanzo di Liu Cixin "The Three-Body Problem", una civiltà aliena riceve un messaggio radio interstellare dalla Terra e decide di contattarla di nuovo. La risposta che ne consegue dalla Terra consente agli alieni di dedurre la posizione del pianeta e si preparano a invaderlo. Per la maggior parte dei lettori, la lezione era chiara: la nostra specie dovrebbe evitare di telegrafare la propria presenza, per non invitare una minaccia alla nostra porta.
Che modo cinico di pensare alla vita in questo universo. Douglas Vakoch è d'accordo. Ricercatore specializzato nella ricerca di intelligenza extraterrestre, ritiene che qualsiasi alieno intelligente che potrebbe esistere là fuori potrebbe attraversare un'adolescenza difficile come la nostra specie. Più probabilmente, sono probabilmente più grandi e hanno trovato un modo per invecchiare da quell'adolescenza e maturare in una civiltà più intelligente e gentile. Se riusciamo a stabilire un contatto con loro, forse possiamo imparare una cosa o due su come migliorare la nostra civiltà.
Sì, stiamo parlando di telefonare a ET Cinquant'anni fa, il radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico ha lanciato un messaggio radio che ha agito come introduzione della nostra specie al resto dell'universo. In un saggio ospite per Opinion , Vakoch espone il motivo per cui ora è il momento perfetto per dare seguito a quel messaggio e iniziare un serio tentativo di contattare gli alieni. Non c'è dubbio che sia un'idea strana. Ma viviamo in tempi strani. Un progetto scientifico eccentrico si adatterebbe abbastanza bene alle vibrazioni.
Vakoch riconosce pienamente che non c'è garanzia di successo. Forse ci manca ancora la tecnologia adatta. Forse siamo davvero soli nell'universo. Ma, sostiene, un progetto del genere ha il potenziale per unirci e farci riflettere sul nostro posto nell'universo in modi che raramente contempliamo. Questa è una parte enorme dell'adolescenza, per un individuo così come per una civiltà.
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