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Forza nello spazio e resistenza alle radiazioni. I superpoteri dei tardigradi  
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Articolo di Primo Mastrantoni
27 agosto 2024 8:46
 
Piccoli, potenti e resistenti. Sopravvivono a condizioni estreme, come il vuoto spaziale, le radiazioni ionizzanti e le basse temperature sotto lo zero. Si trovano ovunque, in habitat marini, di acqua dolce e terrestri. Sono stati osservati in tutti i continenti, Antartide incluso, e a tutte le altezze, dalle zone oceaniche abissali ad altitudini superiori ai 6000 metri in Himalaya.

Sopravvivono fino a 5 anni in condizioni di totale mancanza di acqua, a temperature che vanno dai +150 a -200 gradi centigradi e livelli di radiazioni che ucciderebbero una persona, alle alte e basse pressioni e al vuoto nello spazio, tant'è che sono i candidati ideali per i viaggi nel cosmo al fine di studiare le condizioni di vita in ambiti siderali.

Sono i tardigradi, invertebrati microscopici, dalle piccole dimensioni, (0,6 millimetri), con un numero di cellule costante nel corso della vita (eutelici). 
Il corpo è di forma cilindrica, con una testa e 4 segmenti (metameri) ciascuno dei quali ha un paio di zampe dotate di unghie. Possono vivere da 3 mesi a 2 anni, a meno che non entrino in stato dormiente, in tal caso il loro orologio biologico si sospende, potendo rimanere in tale stato anche per decine di anni. L'alimentazione è vegetale.

La domanda che sorge spontanea è: come è stato possibile che un piccolo invertebrato abbia acquisito tali "superpoteri"? 

Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Communications Biology" cerca di far luce attraverso le analisi di due tardigradi inglobati in un frammento di ambra, una resina emessa dalle conifere che con il tempo si fossilizza e in alcuni casi si solidifica conservando resti vegetali, fungini o animali. 

La ricerca evidenzia che 180 milioni di anni fa gli animali avevano sviluppato il loro superpotere, la capacità, cioè, di entrare in uno stato di animazione sospesa, invulnerabile alle condizioni esterne. Tra l'altro, l'acquisizione di tali capacità potrebbe essere stato uno dei fattori che li hanno aiutati a sfuggire all'estinzione, fermando il loro metabolismo per lunghi periodi, in uno stato definito come criptobiosi, in risposta a condizioni ambientali avverse. Nello stato criptobiotico tutti i processi metabolici si fermano, impedendo la riproduzione, lo sviluppo e la riparazione. Il segno distintivo della maggior parte dei tardigradi sottoposti a criptobiosi è la loro notevole capacità di passare a uno stato anatomico avvizzito che ottengono contraendo gli arti, ritraendosi lungo il loro asse mediale e diminuendo le riserve d'acqua interne. 

Un organismo in questo stato può vivere essenzialmente per un tempo indeterminato fino a quando le condizioni ambientali tornano ad essere ospitali. Quando ciò si verifica, l'organismo tornerà al suo stato di vita metabolico precedente alla criptobiosi. 

I meccanismi biochimici di questi processi sono stati descritti in uno studio pubblicato sulla rivista "Plose One", dove si evidenzia come i tardigradi possiedano diversi set di geni e proteine ??coinvolti nella criptobiosi e che lo stato "dormiente" è regolato da molecole chimiche altamente reattive che inducono la ossidazione reversibile di amminoacidi, in un processo bidirezionale che conduce alla criptobiosi o al suo contrario.
Cosa non si fa per sopravvivere!

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 27 Agosto 2024)
 
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