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Frociaggine e comunicazione. Imbarazzi, ipocrisie e risate
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29 maggio 2024 11:45
 
 
Lo “svarione” del  papa cattolico, “frociaggine”, subito rimediato dallo stesso, a nostro avviso finisce lì. Il problema, sollevato per chi esercita i ministeri di questa religione, esiste solo per i loro fedeli… se la vedano fra di loro.

Rimane, invece, il problema della comunicazione. 

Quando la notizia è trapelata abbiamo assistito ai contorcimenti più incredibili dei vari tg per cercare di non pronunciare la stessa parola, anche con esplicite ammissioni di imbarazzo nel dare la notizia. Arrivate poi le “scuse” vaticane, sdoganato quindi il termine e svanite le temute interpretazioni di antipapismo o semplice satira, gli stessi imbarazzati hanno preso anche loro a pronunciare il fatidico appellativo romanesco.

Si pensi che quasi tutti i tg hanno dato la notizia - prima del pentimento vaticano pronunciata a labbra e denti stretti - come la più importante della giornata… alla faccia di guerre, morti e esternazioni governative e dell'opposizione. Liberazione. 
Chissà se ci saranno trasmissioni di approfondimento (Fabio Fazio o Bruno Vespa, fatevi avanti), con collegamento in Vaticano, per approfondire e, ovviamente, dare spazio al papale “la chiesa è di tutti, inclusi i froci, pure se sono al nostro interno dove, invece, docrebbe esser praticata l'astinenza da ogni pratica sessuale”.

E’ confermato che il nostro è il Paese in cui la notizia più importante è quando il capo di uno Stato estero ospitato nel territorio romano, dice di essere quello che tutti sanno: una cosa e il contrario della stessa… cattolicesimo, per l’appunto. 
Al pari di un presidente di Regione che dà di “stronza” al capo del governo, e quest’ultima che gli replica con altrettanto stile. Lo stesso che abbiamo ascoltato in Parlamento quando un deputato dell’opposizione ha detto ad una ministra di vergognarsi e questa ha replicato che una cosa del genere non può essere detta ad un ministro. Insomma…

Sia chiaro, a noi piace che l’informazione si occupi di queste cose e confermiamo di essere felici nel pagare il canone Rai per sentirle anche dai canali di Stato. Magari, però, in rubrichette specifiche, ma non pretendiamo. Anche perché al bar dello sport si parla meglio di “frociaggine”, “stronzi”, “vergogne”, che non di russi buoni o cattivi o di israeliani e palestinesi… ché in questi ultimi casi bellici si rischia di “menarsi” tra frequentatori, mentre nei primi casi si ride a crepapelle.


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