testata ADUC
La guerra dei dazi.  Salami come missili
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Gian Luigi Corinto
5 febbraio 2025 11:32
 
È in atto una guerra mondiale commerciale. La guerra commerciale si fa con l'imposizione dei dazi o anche semplicemente con la minaccia di usare il sistema fiscale del proprio paese per imporre tariffe di ingresso ai beni prodotti all'estero. Donald Trump oggi sembra vincere questa guerra fatta di minacce rivolta un po' a tutti, amici e nemici. È una politica internazionale del commercio fatta da un bullo arrogante vestito da dazista. Esperti economisti in coro stanno dicendo che sarà uno sconquasso, specialmente per gli Americani e in particolare per i più poveri che dovranno rinunciare ai prodotti, per esempio cinesi, più a buon mercato di quelli sovranisti. Non sarebbe una novità, visto che le barriere al commercio internazionale esistono da sempre. Gli alleati di Trump hanno già detto che sono pronti a trattare cedendo qualcosa, sicuramente aumentando le spese militari e il controllo dell'immigrazione, pur di difendere il proprio export verso gli USA.

Una cosa è certa: una globalizzazione vera e propria non c'è mai stata. Possono circolare le merci più o meno liberamente, ma non possono – e non potevano – farlo le persone, ancora vincolate da ferree regole sulla libertà di spostarsi nello spazio. Insomma, la globalizzazione recente non ha funzionato, ha causato crisi economiche e bancarie che hanno visto tutti i Presidente USA salvare le banche e non le industrie e gli operai che perdevano il lavoro. Trump cerca alla sua maniera di risarcire chi lo ha votato.

Quando la globalizzazione sembrava funzionare, ha prodotto la divisione mondiale dei compiti. La Cina è diventata la fabbrica di ogni cosa. L'Occidente si è riservato il ruolo di produrre beni a forte contenuto di conoscenza e ancor più forte reputazione.
In particolare, gli USA hanno investito nella produzione di beni e servizi che contengono un'enorme concentrazione di conoscenza. Hanno chiesto la difesa internazionale del copyright delle industrie di software e hardware, e hanno permesso a Google, Apple, Facebook e Amazon (GAFA) di crescere senza regole nella raccolta e nell'uso dei dati sensibili degli utenti. In assenza di regole globali, le GAFA sono diventate più potenti degli stati stessi, travalicando confini politici molto incerti. Se ci aggiungiamo le imprese di Elon Musk appare evidente lo strapotere tecnologico americano.

L'UE ha difeso le proprie "eccellenze" qualitative con barriere non tariffarie con lo stesso intento di porre confini commerciali che hanno i dazi. Ha scelto anche la strategia di proteggere l'ambiente, il cosiddetto Green Deal, oggi messo in crisi dal bullismo di Trump e dall'autolesionismo intellettuale di alcuni politici che hanno – per esempio – ridicolizzato i tappi che non si staccano dalle bottiglie di plastica dopo l'apertura. Questi tappi sono barriere non tariffarie. Se vuoi vendere in Europa, devi rispettare questa regola. Quando l'Europa era il più grande mercato di consumo del mondo, le barriere non tariffarie funzionavano molto bene. Con la crescita dei mercati extraeuropei, in Asia e in Sudamerica, la cosa potrebbe non funzionare più tanto bene.

Ma insomma, tra i paesi occidentali avanzati, gli USA hanno investito in cose futuristiche, non ultimi i razzi e i satelliti di Musk o l'intelligenza artificiale di OpenAI, altri mandano i migliori cervelli a lavorare per loro. In particolar l'Italia insiste a considerare l'agroalimentare come strategico per il commercio con gli USA. Come a dire salami contro missili. La forma è la stessa, l'effetto è diverso. Dopo un certo livello, la pancia più di tanto non può digerire, lo spazio del cielo è molto più vasto dello spazio di uno stomaco.


 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS