Le stime Istat sull’inflazione di dicembre 2023 ci danno una crescita dello 0,2% su base mensile e 0,6% su base annua. La media annuale 2023 è +5,7%. Un andamento “strano” per il periodo, dovuto al grande calo dei beni energetici che, anche se di poco, compensa la crescita di altri beni tipo trasporti e alimentari, tipici beni che in questo mese, visti i grandi spostamenti e i grandi consumi, crescono.
La valutazione che se ne può trarre è che la dinamica dei prezzi non è favorita dalle politiche nazionali ma dai mercati europei ed internazionali, dove sono questi ultimi che determinano il saliscendi dei beni energetici.
E’ la conferma che le politiche attuate fino ad oggi dal governo per contenere e/o far calare l’inflazione non hanno avuto nessun effetto… pensiamo, per esempio, al tanto decantato trimestre anti-inflazione coi prezzi ribassati in molti esercizi commerciali… iniziativa che non ha fatto registrare nessuna variazione sugli andamenti delle vendite nella grande distribuzione.
E per i prossimi mesi non vediamo prospettive diverse per cali inflazionistici che non siano dovuti al quadro europeo ed internazionale e aumenti dovuti alle politiche nazionali. La manovra finanziaria approvata nei giorni scorsi è un guazzabuglio tra aumenti e finti sconti e agevolazioni… fino alle bugie che la premier ha detto nella sua conferenza stampa di fine anno sui provvedimenti economici in essa contenuti.
Una situazione che ci deve far valutare con maggiore attenzione l’importanza dell’opzione Europa che, a differenza di quanto il nostro governo vorrebbe, dovrebbe essere rafforzata con maggiori poteri economici ed istituzionali.
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