Il mese di aprile è particolarmente recettivo alle vicende, tra le droghe illegali, della cannabis. In parte del mondo ricco il giorno 20, con lo slogan 4:20 si è celebrato con marce per la legalizzazione. Che sono servite, lì dove la sostanza terapeutica o ricreativa è depenalizzata/legalizzata, a ricordare come l'uscita dall’illegalità abbia cambiato milioni di vite. Portando ad una riduzione degli arresti, ad un migliore accesso alle cure mediche e ad un calo di condanne e detenzioni carcerarie.
Ma la marijuana, in buona parte del mondo (in Italia è depenalizzata ma non legale), è ancora argomento da codici penali. Tante (troppe) persone vengono ancora arrestate, private di lavoro, alloggio e istruzione solo rispetto al caso che ha voluto che un consumatore nascesse in un luogo piuttosto che un altro.
La criminalizzazione della marijuana è ben lungi da essere un ricordo di secoli bui, nonostante, ovunque si facciano sondaggi d’opinione, la maggior parte degli intervistati si mostra favorevole alla legalizzazione, sia medica che ricreativa.
Tra gli Stati che si oppongono alla fine della criminalizzazione, e che non hanno in corso nessun dibattito/percorso per il superamento dell’illegalità, ci sono solo quelli autoritari, con democrazie controllate o inesistenti (1). Arrivando fino a paradossi come quello italiano, dove il capo del governo è tornata anche indietro rispetto alla legislazione legalizzatoria in Italia e Ue, nonostante oggi dica di essere l’alter ego italiano ed europeo del presidente Usa che è favorevole alla legalizzazione.
1 - Russia, Cina, Iran, Cuba, tutti i Paesi arabi e anche il Vaticano
CHI PAGA ADUC l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile DONA ORA