Italotreno ha esteso fino a 12 stazioni ferroviarie di 10 città il proprio servizio. cosiddetto di “ultimo miglio”, per offrire ai propri clienti, in accordo con Uber, un trasporto in auto privata fino alla loro destinazione finale dopo aver fruito del servizio ferroviario, servizio che potrà essere utilizzato anche per spostarsi successivamente. A livello promozionale, per le prime corse ci sono anche riduzioni dei costi fino al 50%.
Si tratta di una risposta razionale per non dover sottostare alle incertezze del tradizionale servizio taxi che, tra scioperi programmati, scioperi improvvisi o fantasma, poca offerta più in generale, stanno alimentando, in modo particolare davanti alle stazioni ferroviarie, chilometriche code di utenti in attesa, favorendo anche quella illegalità che gli stessi taxisti dicono di voler combattere.
Oggi è Italotreno, ma non è detto che simili iniziative non possano essere prese in considerazione, per esempio, da Trenitalia… e allora sì che, più di quanto non accada oggi col solo Italotreno, i taxisti vedrebbero rimesso in discussione il loro monopolio, di fatto ammazzato dalla scarsità di offerta.
E’ quanto accade ad una corporazione, quella dei taxisti, in prima fila a difendere le proprie rendite di posizione, contrastando anche le timidissime iniziative liberalizzatorie delle amministrazioni pubbliche. Metodo che sta portando alla distruzione del trasporto pubblico locale dei taxi, tutto concentrato sui guadagni (più le evasioni fiscali) degli esercenti, invece di rendere fruibili, agili ed economiche le mobilità urbane. Tutto, ovviamente, con ricaduta sul contesto economico commerciale di ogni specifica città.
Ci auguriamo che questo di Italotreno possa essere ulteriore campanello di allarme per i decisori, che non siano più succubi delle corporazioni dei taxisti e mettano al primo posto l’utenza e il servizio pubblico.
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