Se abbiamo ben capito, in Usa, alle elezioni di novembre, sia se diventa presidente Donald Trump che se vince Kamala Harris, grossomodo la cannabis ad uso ricreativo potrebbe essere legalizzata, Gli Usa raggiungerebbero (dopo la quasi totalità dei suoi Stati) Paesi come Canada, Germania, i pionieri dell’Uruguay, gli altri europei Malta e Lussemburgo e altri, oltre a tanti ancora che - Europa inclusa - sono già su questo percorso.
Innegabilmente la legalizzazione in Usa è più determinante e condizionante a livello mondiale, e non è neanche come, per esempio, per l’aborto, che legalizzazione e pratica deve essere decisa dai loro singoli Stati.
No, sono proprio gli Stati Uniti d’America, con una determinazione decisamente al di sopra delle parti politiche, che è un punto di riferimento.
E il fatto che in quel Paese è nata la maggiore offensiva contro le droghe a partire dal 1971 (war on drugs) grazie all’allora presidente Richard Nixon, le cui scelte opportunistiche e finte di salute pubblica sono state smascherate proprio nei giorni scorsi (voleva solo colpire i suoi avversari politici), e che gli Usa sono oggi il Paese che ha invertito l’approccio, ci fa capire che non è questione di destra e sinistra, di religioni o ideologie, di cultura e di dominio, ma solo - banalmente solo - BUON GOVERNO.
Non si può non fare il parallelo con l’Italia, dove stiamo vivendo una macchietta umana e politica sulla materia, col capo del governo contrarissima a qualunque legalizzazione che non fa altro che auspicare politiche e collaborazioni con uno dei più noti consumatori di droghe di ogni tipo al mondo, il miliardario Elon Musk.
Nel contempo, il nostro governo, per non essere da meno, continua ad avere un approccio non scientifico e da ordine pubblico con tutte le droghe, non riuscendo neanche a distinguere una innocua canna da un'iniezione di eroina.
Purtroppo crediamo che, dopo che il regime politico italiano nel 2022 non ha consentito che si tenesse un referendum per la legalizzazione della cannabis, allo stato dei fatti siamo in alto mare e il movimento che si coagulò sulla raccolta firme si è un po’ slabbrato.
Guardiamo gli Usa, guardiamo la Germania. Sono una grande lezione e stimolo, non solo per dimostrare che il Pianeta va in modo diverso dalle credenze dei proibizionisti, ma per metodi e approcci.
CHI PAGA ADUC l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile DONA ORA