Il governo ha risposto all’ultimatum dell’Ue per giustificare i propri tempi rispetto al riordino delle spiagge in linea con la Bolkstein, che prevede l’assegnazione dopo una gara a cui possa partecipare chiunque: abbiamo bisogno di quattro mesi per fare il punto della situazione.
Il governo, dopo che aveva chiesto tempo per un mappatura e l’ha fatta, ha incluso nelle spiagge anche porti e scogliere: le spiagge risultano percentualmente meno e quindi sarebbe assolto l’impegno della Bolkstein ad una % delle coste da liberalizzare. Ma nonostante questo dall’Ue è arrivato un ultimatum ed ecco che si chiedono ancora quattro mesi. Nel frattempo va avanti la procedura d’iinfrazione e si avvicina un multone che verrà pagato ovviamente coi soldi dello Stato.
In questo contesto si è inserito anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiesto di rispettare l’impegno comunitario, pur avendo validato una legge che dice il contrario.
Questi ulteriori quattro mesi è evidente che non serviranno a nulla nello specifico. Sono solo un’ulteriore presa di tempo per arrivare alla conclusione delle prossime campagne elettorali (regionali, comunali ed europee) dopo aver invitato gli elettori a votarli visto che loro sono quelli che riescono a tenere testa alla cattiva Bruxelles che vuole regalare le nostre coste alle altrettante cattive multinazionali. Poi, quel che accade dopo il voto… chi s’è visto s’è visto….
Questa vicenda, è un’ulteriore dimostrazione di come il governo, e i suoi sodali della cosiddetta opposizione, intendano affrontare il rinnovo del Parlamento europeo alle elezioni di giugno: non un contributo italiano alla definizione di un nuovo soggetto europeo politico ed economico che - come dimostrato dai fondi del Pnrr, dalla vicenda energetica e dall'inflazione - è fondamentale per la nostra vita, ma una passerella alla ricerca di consensi dimostrando quanto siamo bravi a non farci mettere i piedi in testa da Bruxelles, mantenendo ed alimentando le rendite di posizione, balneari in questo caso.
CHI PAGA ADUC l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile DONA ORA