
Pacchiano è un termine che non si usa più tanto, sostituito da cafone. Il turismo italiano è nelle mani di una pacchiana, che ostenta un abbigliamento sgargiante, eccessivo, di dubbio gusto. Pacchiana è stata anche la campagna promozionale turistica Open to Meraviglia, con la Venere del Botticelli trasformata in una ridicola influencer, copiata dal vecchio logo del software per disegnare Illustrator.
Meno pacchiana benché quasi inesistente la posizione ministeriale sulla gestione degli affitti brevi, che si limita a censire il numero di strutture autorizzate, senza scalfire lo strapotere monopolistico di Airbnb. Daniela Santanché gode di una rendita di posizione perché le destinazioni turistiche più importanti macinano numeri da sole, senza che il Ministero muova un dito, lasciando soli Sindaci e Assessori comunali. Molti dubbi insomma sulle capacità della Ministra, difesa poco anche dai suoi.
Dubbia è anche la fattura delle borse taroccate che la Ministra ostenta in segno di ricchezza. Il tacco dodici però è vero e non sembra aver causato l'ccorciamento del tendine d'Achille, essenziale per la postura. L'immagine è tutto, l'innalzamento delle parti basse deve far schiattare di rabbia tutte le femmine di sinistra, anche quelle dotate di armocromista.
La performance della Ministra del Turismo che si difende in Parlamento contro la richiesta di dimissioni fatta dalle opposizioni unite è stata grandiosa. Sembrava ispirata dallo spirito di Trump. Ce l'avete con me perché odiate i ricchi, quelli che vanno e vengono dal Twiga e dal Billionaire. Un'altra affermazione cafona, visto che i due locali non sono più suoi, venduti a imprenditori più ricchi. Le altre aziende dell'imprenditrice milanese sono in perdita, usano mezzucci annaspando per non fallire.
Dagli spalti delle opposizioni sono risuonate parole forti e indignate, con battute tipo "Borsette? e allora le bollette?!" urlate da Elly Schein, armocromistra di sinistra (a proposito chi è il ghost writer?). Meno pungente e più sobrio l'urlo del sempre impeccabile Giuseppe Conte: "Non odiamo la ricchezza, odiamo la disonestà!". Come dimenticare infatti che il suo movimento aveva abolito la povertà?
Tace dal canto suo Palazzo Chigi. Sono tutti indaffarati a scegliere la mise del Presidente del Consiglio che sembra faccia di tutto per affossare la proverbiale eleganza dei sarti italiani. Prenda esempio dal Ministro del Turismo e si metta un po' di tacchi. Nemmeno a sinistra saranno scontenti.
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