Sono partite in tutta Italia varie iniziative che, con lo slogan “Gay Pride”, portano in piazza tutte le persone che, contro ostacoli legislativi e culturali, si battono per affermare l’orgoglio di ogni individuo ad essere se stesso, nello specifico a partire dalla propria sessualità, quel che abitualmente si manifesta con la sigla LGBTQIA*+.
Come altre manifestazioni già annunciate, per quella Toscana che si terrà a Lucca il prossimo 7 Settembre (1), nella piattaforma di convocazione della stessa, tra altro si legge: “Il Toscana Pride rigetta l’odio religioso e prende posizione contro il massacro genocida che si sta compiendo a Gaza, a sostegno del popolo palestinese, per l’autodeterminazione dei popoli e per il cessate il fuoco immediato”.
Manca qualcosa. Mancano le persone violentate, stuprate e uccise a partire dallo scorso 7 ottobre nei territori israeliani da parte di palestinesi di Hamas e non solo. E manca, a sostegno del popolo palestinese, la condanna del governo della Striscia di Gaza, governo di Hamas che massacra civilmente, legalmente e fisicamente coloro che non seguono i dettami della loro religione, soprattutto quelli che non sono sessualmente conformi alla coppia Uomo/Donna, dove quest’ultima è anche sottomessa alla volontà e violenza dell’Uomo.
Non solo, ma pur se comprendiamo che quel che accade nella Striscia di Gaza è di attualità per chi sembra avere scarsa disponibilità ad osservare il mondo, nel resto di questo mondo, al pari delle violenze del governo di Hamas verso i propri sudditi, c’è anche di peggio: i partigiani di Allah in Yemen (noti anche come Houti), il governo del Bangladesh, l’Uganda - e non solo - nel continente Africano, etc.
Da qui al 7 Settembre, per la Toscana, c’è ancora tempo, per dare un segnale e invitare alla mobilitazione contro tutte le discriminazioni e violenze di genere. Crediamo sarebbe opportuno rimetter mano alla piattaforma di convocazione del “Gay pride”, sì che non sia una sorta di “Hamas pride”.
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