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No, l’ordine delle cifre dei prezzi al supermercato non è casuale
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Articolo di Redazione
27 marzo 2025 11:13
 
In “Il teorema dell'ombrello”, Mickaël Launay spiega che i prezzi non seguono solo strategie di marketing ma rispettano una legge matematica che orienta le nostre decisioni

Talvolta, i percorsi matematici hanno inizio nei posti più inaspettati. Per cominciare, vi propongo di andare al supermercato che avete in zona. Uno abbastanza vicino. Quello dove fate la spesa di solito sarà perfetto. Non importa che sia un grande centro commerciale o un piccolo negozio di alimentari del quartiere. Basta che ci si possa trovare una certa varietà di prodotti che ci servono nella vita quotidiana. Forse ci siete stati centinaia, magari migliaia di volte. Un tran-tran familiare. I reparti che si susseguono, gli scaffali di metallo, il ritmo regolare dei bip emessi passando i codici a barre alle casse, qualche cliente in giro che afferra senza neanche pensarci una bottiglia di latte o delle scatole di conserva. Solo che oggi per noi niente spesa, siamo in missione di osservazione.

In questo luogo si nasconde uno degli enigmi matematici più affascinanti. È lì, davanti ai nostri occhi, da tutti questi anni. A dirla tutta, non si nasconde mica, lo state guardando pure adesso. Una piccola anomalia. Uno di quei particolari che vengono facilmente ignorati e che però attirerebbero senza dubbio lo sguardo di un osservatore attento. Tirate fuori un taccuino o uno smartphone per prendere qualche appunto e incominciamo la nostra indagine. Guardate i prezzi allineati uno accanto all’altro su tutta la lunghezza dei ripiani. 2,30… 1,08… 12,49… 3,53… Tutti questi numeri, letti velocemente uno dopo l’altro, sembrano casuali. 1,81… 22,90… 0,64… La gamma dei prezzi va da qualche centesimo a qualche decina di euro. Però lasciamo stare i dettagli.

Trascuriamo le virgole e le cifre di poco conto. Per ogni prezzo guardiamo solo la prima cifra, quella più importante, che ci dà già un’idea approssimativa. Ecco qua la scatola da 530 grammi di cavolini di Bruxelles a 1,54 €. Sul vostro taccuino annotate 1. Un po’ più lontano, un deodorante efficacia 24 ore a 3,53 €. Annotate 3. Un camembert di 250 grammi a 1,81 €. Annotate di nuovo 1. Una pentola antiaderente a 45,90 €; questa volta abbiamo superato la decina, ma poco importa, è soltanto la prima cifra che ci interessa. Annotate 4. Un sacchetto di noccioline tostate a 0,74 €. Questa volta la prima cifra significativa è 7.

Girando qualche minuto a caso, le cifre si accumulano: 1 3 1 4 7 9 2 2 1 7 9 8 1 1 3 1 1 1 8 1 1 2 1 2 1 1 9 1 4 7 1 6 1 5 9 2 2 1 3 2 2 2 1 2 2 6… Man mano che annotate comincia a sorgere un dubbio. Non trovate che c’è qualcosa che non  va? C’è come uno squilibrio in questa ghirlanda di cifre. È essenzialmente composta di 1 e di 2 con un pizzico di 3, 4,5, 6, 7, 8 e 9 qua e là. È come se, senza rendercene conto, la nostra attenzione fosse naturalmente attirata dai prezzi più bassi. C’è un problema.

Ebbene, comportiamoci da scrupolosi esperti di statistica. Per avere la certezza che non è stato un caso falsato dalla nostra scelta, adottiamo un approccio sistematico. Sceglieremo qualche reparto a caso e per ciascuno di loro, annoteremo i prezzi di tutti prodotti, senza eccezione. È un lavoraccio, ma dobbiamo andare fine in fondo. Dopo un’ora il vostro taccuino è ricoperto di una baraonda di cifre che riempiono molte pagine. È arrivato il momento del bilancio. Il risultato rimane senza appello e la tendenza viene confermata. Avete rilevato i prezzi di oltre mille prodotti, dei quali più di un terzo comincia con un 1! Più di un quarto con un 2 e poi più la cifra è grande e meno è rappresentata.

Bisogna arrendersi all’evidenza dei fatti: le prime cifre dei prezzi in un supermercato non sono distribuite in modo equo. Le piccole cifre hanno un vantaggio decisamente massiccio. Come si spiega questo squilibrio? Ecco la domanda che volevo porvi. A quale legge dei supermercati, del commercio o dell’economia obbediscono queste etichette per arrivare a un risultato così strano? Perché le prime cifre dei prezzi non si distribuiscono equamente? La matematica non dovrebbe dare la stessa importanza a tutte le cifre? Dovrebbe essere senza trucchi, senza preferenze, senza favoritismi! Eppure i fatti parlano da soli e indicano categoricamente il contrario. Al supermercato la matematica ha i suoi preferiti, che si chiamano 1 e 2.

(Mickael Launay su Linkiesta del 27/03/2025)


 
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