“Chiuso per festeggiare” è il motto con cui Cgil e Uil della Toscana hanno annunciato lo sciopero del commercio durante Pasqua e Pasquetta. E’ una “tradizione” che - dicono - servirebbe a contrastare la “violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici” … “consumismo insostenibile che vuole negozi sempre aperti e addetti costretti in un modello di società che non consente più di conciliare i tempi di vita e lavoro” …“liberalizzazioni sbagliate che illudono di dare crescita economica”, etc..
Toscana - ma vale per tutte le città d’arte, ogni paese e città d’Italia - che da quando vige questa “tradizione” non vi ha mai prestato orecchio. Sembra che questi sindacati non si rendano conto che il commercio in presenza oggi è in crisi e che, occasioni come le festività sono fondamentali, sia per garantire ai dipendenti di continuare lavorare, sia perché le medie, piccole e grandi attività non debbano in continuazione chiudere… che si tratti di aziende (a parte le grosse) molto in crisi… è una costante di questi ultimi anni, soprattutto per la concorrenza dell’online.
Questa politica ideologica e fuori della realtà, si conferma anche col fatto che l'invito di questi sindacati allo sciopero (...e niente paga per chi lo attua) è rivolto ai dipendenti, glissando su una realtà, soprattutto nelle località turistiche prese d’assalto per feste come quelle pasquali, è fatta di artigiani, micro-imprese familiari che, se non lavorano in queste occasioni sarebbero condannati a chiudere.
Il “tragico” è che la proposta di Cgil e Uil, fatta per valorizzare e ingentilire il lavoro, proprio perché condita di ideologismo, otterrebbe risultati contrari rispetto a quanto auspicato.
Senza considerare che i nostri sindacati ragionano dimenticando le molte attività lavorative che, feste o non feste, se si fermassero bloccherebbero l’economia e la vita dell’intero Paese.
Si continua ad ignorare che l’anima del commercio è la concorrenza, che fa moltiplicare offerte e qualità. Concorrenza che, applicata anche a chi lavora, non farebbe che moltiplicare posti di lavoro e attività.
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