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Proprietà benefiche del caffè. Tazzina che aiuta la salute
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Articolo di Primo Mastrantoni
25 febbraio 2025 8:41
 
Nel suo poemetto "Il Giorno", il poeta settecentesco, Giuseppe Parini, descrive il risveglio di un giovane nobile al quale il solerte valletto propone la degustazione di varie bevande esotiche. Adagiato su un morbido letto di piume, il blasonato è però  caduto in fase ipocondriaca e, per risollevarsi, sceglierà l'eccitante "nettarea bevanda". 

Si tratta del caffè, la bevanda più diffusa nel mondo. La pianta è originaria dell'Etiopia e ha le note proprietà energizzanti tanto da dare luogo alla leggenda che vide protagonista Maometto  debilitato che si riprese in forze dopo aver bevuto il nero infuso offerto  dall'Arcangelo Gabriele. 
La sua proprietà stimolante è dovuta a un alcaloide - la caffeina - che viene rapidamente assorbito nel sangue e raggiunge il cervello dove limita l'attività di un ormone responsabile della sonnolenza. 

Oltre alla nota proprietà, ne è stata scoperta un'altra relativa alla correlazione tra caffè e microbiota intestinale.

In tal senso è particolarmente interessante è la ricerca di un gruppo internazionale di scienziati, coordinati dal professor Paolo Manghi dell'Università di Trento e pubblicata sulla rivista scientifica "Nature", che ha monitorato il consumo giornaliero del caffè di più di 20mila persone ed esaminato il loro Dna fecale.

Gli scienziati hanno scoperto che l'assunzione regolare di caffè era collegato allo sviluppo di un particolare microrganismo: il Lawsonibacter asaccharolyticus. 

Questo batterio è stato isolato soltanto nel 2018 dalle feci di una donna giapponese durante le ricerche per individuare microbi con proprietà benefiche. E' un indicatore di buona fermentazione intestinale che, a sua volta, promuove un corretto assorbimento dei nutrienti. Produce, infatti, il butirrato: una fonte energetica per le cellule della mucosa intestinale che ne stimola la replicazione e inibisce la proliferazione delle cellule cancerose. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Microbiology Society.

Per verificare la relazione tra caffè e batterio sono state effettuate prove in vitro su un terreno di coltura di Lawsonibacter asaccharolyticus,  aggiungendo caffè, anche decaffeinato, preparato in diverse modalità  (moka o istantaneo).  L'aggiunta della "nera bevanda" ha fatto sì che i batteri crescessero più rapidamente.

La valutazione dal vivo ha confermato che questo batterio è presente nell'intestino delle persone che vivono in Paesi dove si fa uso del caffè mentre è scarso o nullo in quelli dove si preferiscono altre bevande, a conferma che il microbiota intestinale è coinvolto nel metabolismo del caffè  e ne media gli effetti sulla salute.

Gli effetti benefici del caffè sono dovuti ai suoi componenti polifenolici, (antiossidanti utili a combattere i radicali liberi), con esiti biomedici positivi per la prevenzione del cancro, delle malattie cardiovascolari e di quelle  connesse alla senescenza. 

Come rilevato, la crescita del microrganismo non è legata alla presenza di caffeina: occorre, quindi,  fare attenzione alle possibili ripercussioni sull'uso eccessivo di bevande che contengono questo alcaloide che è presente non solo nel caffè, ma anche in altri prodotti quali le bibite energetiche e a base di cola, gli integratori alimentari, i dolci e i gelati. 

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 25 Febbraio 2025)
 
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