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RcAuto più cara oltre 7 volte l’inflazione. Levare l’obbligo
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6 agosto 2024 16:05
 
 
Il prezzo medio della RcAuto è cresciuto del 6,2% in un anno a giugno (1), oltre 7 volte l’inflazione generale che a giugno era +0,8%. L’importo medio per una polizza è di 403 euro. Crescita anche minore dei mesi precedenti… quindi dovremmo esser contenti perché gli assicuratori guadagnano un po’ meno?

Continua la performance della nostra inflazione “drogata”: tutto aumenta ma con percentuali contenute nella somma di tutte le voci, perché i prodotti energetici continuano a calare notevolmente dopo i picchi dovuto all'invasione russa dell'Ucraina… calo che però nei prezzi alla pompa non si registra visto che tra oneri vari e fiscalità i prezzi sono più o meno stabili.

Oggi è la RcAuto che ci conferma che siamo un Paese dove l’inflazione cala per far sì che i politici dichiarino il loro grande impegno, ma i portafogli dei consumatori si svuotano sempre di più.

Nello specifico RCAuto, inoltre, c’è la grande contraddizione di un mercato assicurativo che vede l’obbligo di stipula, per cui i prezzi fanno a gara solo a far guadagnare chi li offre e assenza di concorrenza al ribasso per conquistare il mercato. Gli automobilisti continueranno ad essere presi in giro finché continuerà questo obbligo e non saranno i singoli a decidere se e come assicurarsi.

Il mercato oggi è fatto solo per far guadagnare chi offre: le tariffe sono variegate, diverse per regioni in base all’incidentalità, ma all’interno delle specifiche zone le tariffe sono simili.

Assicurarsi, per il possessore di un veicolo, dovrebbe essere una convenienza, pena l’esposizione del proprio intero patrimonio al risarcimento di un danno, dove lo Stato, per esempio, in assenza di copertura, potrebbe intervenire, come già oggi fa, con il Fondo di garanzia per le vittime della strada (reimpostato al nuovo mercato senza obbligo). E per venire incontro a questa convenienza, chi offre l’assicurazione non avrebbe alternative ad essere all’altezza del mercato.

E invece no, eccoci qui a rimpinguare le ideologie statali e i portafogli delle aziende.


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