Accordo di Palazzo Vecchio coi taxisti: aumento di turni e orari e seconda guida scelta dal proprietario della vettura, libertà di adeguare le tariffe agli indici Istat (di fatto, aumento del 10%).
Il Comune di Firenze è andato anche ben al di sotto della striminzita legge nazionale che dava la possibilità di un aumento del 20% delle licenze, e dell'invito di Antitrust che chiedeva di andare oltre questa percentuale. Non solo, ma l’accordo è in via sperimentale, dal 15 aprile al 15 ottobre 2024.
Il problema di carenze di vetture e prezzi alti è stato rimandato, con in cambio una sorta di pace sociale… fino alla prossima esplosione (le feste di fine anno sono alle porte) quando la domanda sarà maggiore, l’utenza si lamenterà e il Comune risponderà con una sorta di “abbiamo già dato”.
Un inchino di Palazzo Vecchio alla rendita di posizione dei taxisti piuttosto che alle esigenze di servizio pubblico.
E anche quando da aprile 2024 partirà il periodo sperimentale, sappiamo già che i numericchi dell’accordo non saranno all’altezza della domanda.
Con l’aggravante di una pubblica amministrazione che, ponendo un tetto ai costi di un servizio, consolida il monopolio di una categoria a danno di tutta l’utenza. La dinamica dovrebbe essere quella di mercato: nessun tetto al numero di licenze e seconde o terze guide e prezzi che si adeguano alla concorrenza… e in questo caso ne vedremmo delle belle (al ribasso) dei costi del servizio.
Per risolvere i problemi occorre osare e i presupposti per farlo c’erano: legge nazionale con +20% di licenze e Antitrust che invita ad andare oltre. Il Comune di Firenze… assente.
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