La recente proposta del Campidoglio di introdurre una tariffa minima di 9 euro per il servizio taxi è uno “sproposito” e un “regalo ai tassisti”. Molto spesso la lunga attesa per un taxi alla stazione Termini supera di gran lunga il tempo di viaggio in treno con cui si giunge nella capitale.
Questa proposta è un espediente per compensare l’aumento - ormai, si presume, prossimo - del numero di taxi e la conseguente diminuzione degli introiti per i tassisti. Introiti comunque compensati dalla distribuzione agli attuali detentori della licenza di almeno l’80% di quanto pagheranno i nuovi licenziatari.
È chiaro che è frutto di una trattativa con la corporazione dei tassisti. Ma chi ne soffre è il consumatore, che dovrebbe essere al centro delle politiche comunali. Questa logica rende il servizio pubblico dei taxi accessibile solo a turisti e aziende, spingendo i consumatori a cercare alternative nel mercato privato e clandestino che, proprio alla stazione Termini, sembra non mancare.
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