
In un video registrato prima di morire, il professor Giovanni Scambia, primario di ginecologia e direttore della Fondazione Policlinico Gemelli (Roma), ha fatto questo appello: "Faccio un ultimo messaggio che voglio lasciare ai giovani che dovranno costruire il futuro della nostra scuola e della nostra clinica: è quello di meravigliarsi dei progressi e delle conquiste così come mi meraviglio ancora io oggi di dove siamo arrivati".
Il professor Scambia era affetto da un cancro al pancreas, una ghiandola situata nell'addome connessa con l'attività digestiva. Produce, infatti, diversi ormoni ed enzimi che contribuiscono alla regolazione del livello degli zuccheri nel sangue e all'assorbimento dei nutrienti.
Purtroppo il tumore al pancreas uno è dei più aggressivi e la diagnosi arriva tardi, a malattia avanzata, quando le metastasi sono diffuse. La percentuale di sopravvivenza è dell'8% a 5 anni del 3% a 10 anni.
Un esame del sangue permetterebbe di individuare questo tipo di cancro prima che si trasmetta ad altri organi e potrebbe rivoluzionare la terapia contro.
Una ricerca degli scienziati dell'Università della Salute e della Scienza dell'Oregon (Usa), guidati dal professor Josè Montoja Mira, pubblicata sulla rivista scientifica "Science Translational Medicine" e ripresa da "Nature", ha reso noto come i ricercatori hanno sviluppato un semplice esame del sangue per rilevare il cancro al pancreas prima che si diffonda ad altri organi. Il test potrebbe essere utile per gli esami di routine, al pari di come si effettua il test dell'analisi del sangue nelle feci per l'identificazione di possibili tumori dell'intestino.
Lo studio analizza l'attività delle proteasi, enzimi che scindono le molecole proteiche. In particolare sono stati presi in esame i metalloproteasi, enzimi il cui meccanismo richiede la presenza di ioni metallici come cofattori che rendono possibile l'attività, che favorisce la diffusione dei tumori. I ricercatori hanno messo a punto dei nanosensori in grado di rilevare questi particolari enzimi nel sangue. I risultati sono incoraggianti considerato che è stata individuata la presenza dei tumori con una sensibilità del 73%. Fra l'altro, i costi di questa analisi risultano particolarmente bassi, estensibili per indagini di massa.
Alla predisposizione di test predittivi si è aggiunta quella relativa allo sviluppo di un vaccino contro le recidive del tumore al pancreas. I ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York hanno sviluppato un vaccino a Rna (tecnologia già usata per il vaccino antiCovid) capace di indurre la produzione di cellule immunitarie contro la recidiva del cancro pancreatico più letale: l'adenocarcinoma duttale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica "Nature".
La preparazione del test e del vaccino è in fase di sviluppo ma gli scienziati sono ottimisti. Avremo quindi la possibilità di intervenire - tra analisi, vaccini, chirurgia e chemioterapia - per sconfiggere uno dei tumori più fatali. Progressi e conquiste per la salute, insomma.
Se il professor Scambia avesse potuto usufruire delle più recenti ricerche di diagnosi e cura del cancro, oggi potrebbe seguitare la sua attività di medico e ricercatore e continuare a meravigliarsi.
(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 4 Marzo 2025)
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