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ALITALIA. LA COMPAGNIA DI BANDIERA ALLA FRANCIA IN CAMBIO DELLA LIONE-TRIESTE
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Comunicato 
7 maggio 2004 0:00
 

Roma, 7 maggio 2004. Improvvisamente tutto si acquieto'. I coltelli furono deposti e quello che pareva irrisolvibile fino a un'ora prima fu risolto. Miracolo? Macche'! Accordi! Che ci faceva il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi a Parigi? Per "siglare" un accordo con la Francia: a voi l'Alitalia a noi il treno ad alta velocita' Lione-Torino-Milano-Venezia-Trieste-Kiev. Treni in cambio di aerei. Non a caso l'unico rimasto del vecchio consiglio di amministrazione e' Jean-Cyril Spinetta, presidente e direttore di Air France. Quest'accordo va bene a tutti. Al Governo che vede accettata la proposta di scissione della compagnia in due societa': una per il volo (best-company, in attivo), da far confluire in Air France, e una di servizi (bad-company, in passivo), da sottoporre a cura dimagrante, in fase successiva. Ai sindacati che risalgono al ruolo di co-protagonisti, cioe' riaffermano il principio della concertazione. Entrambi, Governo e sindacati, possono giustificare il tutto con massicci investimenti europei sulla tratta ferroviaria, il che vuol dire occupazione e lavoro. Insomma l'Alitalia e' stata fatta cuocere a puntino e diventera' una filiale di Air France. La cosa non spaventa ne' preoccupa, quel che amaramente constatiamo e' la incapacita' dei Governi, dell'una e dell'altra sponda, di fare politica, in questo caso dei trasporti. Manca la classe dirigente, purtroppo.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
 
 
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