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Alitalia/Ita. Si 'chiude' una storia e se ne apre una simile, sempre a spese del contribuente
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Comunicato di Vincenzo Donvito
10 settembre 2021 13:57
 
La Commissione Ue ha stabilito che non c'è continuità economica di Alitalia con ITA, facendo decollare la “nuova compagnia aerea di bandiera” senza il peso degli aiuti di stato illegali percepiti da Aitalia. E’ stato quindi ribadito che i 900 milioni di prestito del 2017 erano illegali. Per capire le logiche di questi giri di soldi pubblici, la Commissione fa sapere che già nel 2018 riteneva che il primo prestito ponte fosse aiuto di stato illegale. L'indagine non fu aperta nel 2017 per ragioni politiche, ma poi fu costretta ad aprirla nel 2018 solo dopo denuncia dei concorrenti di Alitalia.

E’ interessante comprendere la “filosofia di Stato imprenditore in un libero mercato” della commissione in merito agli aiuti di Stato, gli 1,35 miliardi di euro che l’Italia intende concedere a Ita. Lo Stato può investire gli 1,35 miliardi su Ita, e non sono aiuti di Stato illegali a condizione che anche un operatore privato potrebbe fare altrettanto. Condizione diversa dei prestiti concessi a suo tempo ad Alitalia, che ora dovrà restituirli compatibilmente col suo percorso di chiusura… soldi che lo Stato italiano, ovviamente non rivedrà mai!

Il conto preliminare per i contribuenti (senza contare la cassa integrazione) sale sempre di più. Oltre ai prestiti di 1,35 miliardi per Ita (più circa 300 milioni interessi non pagati), il contribuente pagherà il rimborso biglietti che Alitalia ha emesso nonostante sapesse già di chiudere.

Alla prossima puntata, col protagonista che ha cambiato il cappello, da Alitalia a Ita.
Un auspicio per il lettore medio: non ti far venire mal di fegato perché non hai i soldi per pagare le tasse grazie alla crisi covid, tasse che pagano anche Alitalia e Ita: prendi atto che questo è il Paese in cui viviamo e organizzati di conseguenza.
 
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