STALLO
IL RIMPALLO DI RESPONSABILITA' TRA UNIONE PETROLIFERA E GOVERNO, CON L'OMBRA DEL GRANDE VECCHIO, SERVE SOLO A NON AFFRONTARE IL VERO PROBLEMA: IL DUOPOLIO CHE BLOCCA IL MERCATO

Firenze, 14 Settembre 1999. Unione Petrolifera da un lato, Governo dall'altra. Uno accusa l'altro di essere il responsabile dell'infiammata dei prezzi: tasse troppo alte dicono i petrolieri; margini di guadagno troppo alti dicono al Governo, perche' le tasse -71%- sono in linea con gli altri Paesi europei; non e' colpa nostra -replicano i petrolieri- ma di chi fa aumentare il costo del barile.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Governo e petrolieri fanno come Gianni e Pinotto: si accusano l'un l'altro per farsi da spalla con l'obiettivo -unico- di fare spettacolo; nel nostro caso lo spettacolo e' quello di far digerire i prezzi al consumatore. Ma i petrolieri rincarano la dose tirando fuori il grande vecchio, l'incontrollabile e irrangiungibile autorita' che tutto decide sul prezzo del barile di petrolio: quel grande vecchio che per tutti i misteri della politica e dell'economia e' sempre tirato in ballo quando non si vuole affrontare il problema alla radice e si vuole che le cose restino come sono. Una formula per tutte le stagioni.
In questa situazione si alzano le flebili voci di chi chiede l'intervento del Governo per calmierare i prezzi, col solo risultato di non far capire in cosa dovrebbe consistere l'intervento governativo senza bloccare la logica del libero prezzo.
Il problema e' ovviamente un altro, e viene ben nascosto dai due principali contendenti, perche' la sua soluzione scardinerebbe il loro potere. E' il duopolio che Stato (controllore e controllato con Agip Ip) e Unione Petrolifera hanno costituito, bloccando il mercato.
Se il ministro dell'Industria vuole realmente intervenire e non limitarsi -come fa in questi giorni- a chiedere il nulla e ad alimentare inconcludenti osservatori dell'andamento dei prezzi, e' li che deve intervenire, perche' lo Stato avvii la dismissione del suo impegno e si limiti a controllare la correttezza del gioco di mercato.