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BENZINA E PREZZI AMMINISTRATI
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Comunicato 
28 settembre 1999 0:00
 

IL GOVERNO CONTINUA A PARLARSI ADDOSSO GIRANDO INTORNO AL PROBLEMA, CERCANDO DI DISTRARRE DAL FATTO CHE IL MAGGIORE OSTACOLO AD UN MERCATO E' LA SUA PRESENZA DOMINANTE E IL DUOPOLIO CON L'UNIONE PETROLIFERA.

Firenze, 28 Settembre 1999. Com'era prevedibile, non affrontando mai il problema di petto, il Governo -per voce del suo sottosegretario all'Industria Umberto Carpi- e' tornato al punto di partenza della sua finta politica di liberalizzazione, ed ha paventato la minaccia dei prezzi amministrati.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La caratteristica della minaccia del Governo, e' che non si capisce a chi sia rivolta. Infatti, sotto qualunque aspetto la si affronti, sembra quasi che -trasformata da minaccia in decisione- faccia del male essenzialmente a chi l'ha proposta. Lo Stato e' -nella sua funzione di controllore e controllato con l'Agip-Ip- il maggiore attore del mercato petrolifero, e da prezzi che crescono come in questi giorni dovrebbe trarne un vantaggio, e quindi i prezzi amministrati sono un danno che fa essenzialmente a se stesso, e in parte all'altro attore del mercato (l'Unione Petrolifera) che, per scongiurare la minaccia -ci mettiamo la mano sul fuoco- agitera' lo spettro dei licenziamenti oltre al ritardo della ormai mitica ristrutturazione della rete di distribuzione.
Uno Stato schizofrenico? Sembrerebbe di si'. Ma, attenti, e' solo fumo negli occhi; e' solo agitare le acque per dire tutto e, nello stesso tempo, il suo contrario, al fine di distrarre l'attenzione dalla gigantesca anomalia che e' alla base di quello che hanno chiamato mercato e che, a tutti gli effetti, e' invece una spartizione di compiti all'interno di un duopolio: un gioco delle parti dove il Governo italiano -forte, probabilmente, della autorevolezza che crede di avere in materia- chiede anche un negoziato internazionale per ripristinare l'equilibrio nel mercato mondiale del petrolio. Ma a chi lo chiede? Probabilmente al vento, visto che -Ue da un lato, e Opec dall'altro (a cui sembra che si sia rivolto)- hanno altre cose da pensare che non soddisfare le mire di controllo monopolista dello Stato italiano su produzione e distribuzione di petrolio sul proprio territorio.
Le carte sono ormai scoperte, e la credibilita' di chi dovrebbe svolgere la funzione di mediatore nel mercato e' sotto lo zero: mediare quando una delle parti in gioco e' la propria, non e' proprio il massimo di un'economia di mercato.
A noi non resta che denunciare questo squallido gioco sulle tasche dei consumatori. Non abbiamo alcuna fiducia che il Governo modifichi il suo parlarsi addosso, anche perche', se allunghiamo il collo in altri ambiti, vediamo identiche strategie applicate ovunque (vedi Enel). Ma la nostra denuncia si fa sempre piu' forte perche' i numeri inflazionistici stanno cominciando a darci ragione, e come li leggiamo noi crediamo siano in grado di farlo anche a Bruxelles, in particolare negli uffici di quei commissari che hanno il potere di sorvegliare e intervenire nel processo di liberalizzazione dei mercati (Mario

 
 
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