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LE BUGIE DEI PETROLIERI
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Comunicato 
24 agosto 1997 0:00
 

ANCORA SUL PREZZO DELLA BENZINA. I PETROLIERI BASANO LA LORO POLITICA SULLE BUGIE, AL SOLO SCOPO DI TRARRE PIU' PROFITTI E FAR PAGARE AI CONSUMATORI I LORO ERRORI. IL PREMIO PINOCCHIO AL PRESIDENTE DELL'API. Firenze, 24 Agosto 1997. In un'intervista di oggi al Corsera, Aldo Brachetti Peretti, presidente dell'Api, ad una domanda sul perche' il prezzo della benzina in Italia resta alto, ha cosi' risposto: "Il motivo e' semplice: la pressione fiscale e' piu' alta che in qualunque altro Paese europeo. Ma non mi sogno di chiedere al Governo di ridurla .... e' una fonte facile e sicura di prelievo. Chiedere una riduzione sarebbe da irresponsabili. Ma non si puo' neanche pretendere che le compagnie perdano denaro". Inoltre sostiene che la colpa di una mancata politica di ristrutturazione del settore e' dei Governi che non hanno dato i permessi per chiudere alcuni impianti.
Abbiamo gia' pronto il "premio Pinocchio" per il presidente dell'Api -dice il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito- e glielo inviamo riproponendo questi dati sul carico fiscale: in Italia e' di lit.1.313, in Germania di 1.173, in Spagna di 877, in Francia di 1.388 (ma il prezzo finale della benzina e' inferiore a quello italiano).
Se questo e' l'argomento principale per cui il prezzo della benzina viene tenuto cosi' alto .... ci dispiace, ma e' falso. E se questa falsita' la mettiamo insieme ai dati dell'Antitrust -gli investimenti dei petrolieri nel periodo 1993-95 sono aumentati del 50% rispetto a guadagni aumentati del 100%- e al fatto che non vengono resi noti gli investimenti degli anni successivi, c'e' tutto che non torna. Ed e' bene ricordare che i petrolieri hanno giustificato gli aumenti di luglio e agosto con la crescita del dollaro Usa, e che non hanno poi abbassato i prezzi quando la valuta americana e' calata: cioe', anche questa, una motivazione falsa.
E' molto grave tutto questo, perche' il cartello monopolistico delle aziende petrolifere condiziona e indirizza tutto il mercato, e lo fa con argomentazioni false e solo spennando i consumatori. E la cosa ancora piu' grave e' che il maggiore protagonista di questo finto mercato e' lo Stato stesso, che con l'Agip (51% proprieta' del Tesoro) controlla oltre il 40% di questo mercato. Per queste ragioni, quando il presidente dell'Api, sostiene che la colpa della mancata ristrutturazione e del Governo, anche qui non dice il vero. Infatti il Governo ha agito come i petrolieri volevano, cioe' per fare piu' profitti e basta, perche' questi profitti tornavano in gran parte allo stesso Stato. E, ovviamente, i profitti sono fatti solo sulla borsa del consumatore, che non puo' scegliere ed e' costretto a comprare al cartello monopolistico.
Per queste ragioni crediamo che se si vuole affrontare il problema con chiarezza , e' fondamentale l'intervento dell'Antitrust, perche' dall'abolizione delle posizioni preponderanti del cartello dei petrolieri -con l'Agip in testa- potra' prendere il via una ristrutturazione a vantaggio dei consumatori, e non solo di petrolieri e Stato.


 
 
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