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Caro carburante. Camionisti bloccano le strade: non serve a nulla. Per far capire il danno basta non trasportare….
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Comunicato di François-Marie Arouet
23 febbraio 2022 12:22
 
Com’era prevedibile -onda di diversi camionisti nel mondo (pur se per altri motivi, ora) -, la “pesantezza” degli scioperi dei camionisti, contro carburante alle stelle, si sta facendo sentire (1). E tutti ovviamente danno loro ragione pur invitandoli a rientrare da manifestazioni che stanno bloccando Paese ed economia… “perché ora c’è il caro energia per tutti”, “perché ora c’è il covid”, etc. Nessuno che gli dice chiaramente che il loro sciopero non serve a nulla se non ad esasperare una situazione tragica diffusa: governanti e legislatori che mettono toppe e non sanno che fare, consumatori con poteri d’acquisto sempre più bassi.
Ma il nostro sindacalismo (spesso corporativismo) non conosce altre forme di manifestazione che non fare danni ai già più deboli e così, credono, far intendere al potere di fare qualcosa.

I camionisti sono ulteriori vittime della politica del “bastone e della carota”: ti blandisco, dandoti ragione, e nel contempo ti bastono. Nel nostro caso il bastone è la fiscalità sui carburanti, su cui tutto il potere non ha intenzione di cedere, neanche davanti ad uno sciopero spettacolare e pesante come quello dei camionisti. Non cede perché non riesce a far di conto oltre il proprio naso: “come faccio e rinunciare a queste tasse? Tengo duro, dò qualche briciola che fa sentire utili i rappresentanti sindacali, e poi si vedrà”. Se questo potere fosse un po’ lungimirante, per questo come per altro, non temporeggierebbe più di tanto e ridurrebbe la fiscalità al minimo, svuotando sì i propri ingressi, ma non svuotando le tasche di lavoratori e consumatori, non rendendoseli nemici e investendo sulla loro disponibilità verso tempi migliori… ché se non ci sono più i contribuenti o sono quasi tutti evasori, non si incassa lo stesso, ma forse è meglio tenerseli amici per la ricostruzione. Altre politiche in questo momenti sono solo fuffa, visto che chi ha il potere non ha nessun possibilità di intervento immediato sulle materie prime, ma solo a media-lunga gettata su quello che è alternativo all’energia e al trasporto dell’oggi.

I camionisti per far capire questo non hanno bisogno di impedirci di usare le strade buttando benzina sul fuoco. Non hanno soldi per continuare a trasportare? Si fermino con discrezione da un lato della strada, chè il loro fermo è di per sé una tempesta per il potere.


1 – uno di quei momenti in cui, in un Paese in cui c’è una rete ferroviaria (pur con pecche) notevole, ci si domanda per l’ennesima volta perché la maggior parte dei trasporti devono essere su gomma.. e vengono in mente le non-politiche fatte da tutti i legislatori e governi di questi ultimi 70 anni.

 
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