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CASCO OBBLIGATORIO SULLE MOTO
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Comunicato 
24 settembre 1999 0:00
 

NON SONO BASTATI I MORTI DI QUEST'ESTATE PER CAPIRE CHE NON E' CON LA REPRESSIONE E L'IMPOSIZIONE DI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI CHE SI CONTIENE L'ESPANSIONE DELLE STRAGI. SOLO LA RESPONSABILITA' INDIVIDUALE E L'INFORMAZIONE CONTINUA POTREBBERO FRENARE L'ESPANSIONE, MA IL LEGISLATORE CONTINUA A FARE IL CONTRARIO, ALLONTANANDO SEMPRE PIU' GLI UTENTI DA UN RAPPORTO ARMONIOSO CON IL CODICE E I SUOI TUTORI.

Firenze, 24 settembre 1999. Un nuovo talmud si affaccia tra le proposte del legislatore: il casco. La cui obbligatorieta' per tutti i tipi di due ruote -incluse le biciclette elettriche- e' stato proposta oggi dal piu' importante dei partiti della maggioranza di governo.
Interviene il presidente del'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci risiamo. In mancanza di proposte, ecco che rispunta l'unica filosofia a disposizione, il divieto. Ignorando che e' proprio questa impostazione che, pur applicata con dovizia di mezzi e mobilitazione, non ha assolutamente frenato le stragi, anzi.
Sicuramente ci porteranno i numeri di quante vite umane sono state salvate da quando il casco e' stato reso obbligatorio per parte dei motocicli in circolazione … e non hanno torto, ma potra' ognuno, adulto, decidere cosa sia bene o male per se stesso? Il problema e' piu' ampio, e se si pensa di affrontarlo con provvedimenti repressivi dei comportamenti individuali, non si potranno che ottenere risultati contrari a quelli auspicati, perche' le persone sono molto piu' mature e adulte di quanto il legislatore possa credere.
Il casco obbligatorio per le persone di maggiore eta' e' una vera e propria vessazione che, invece di affrontare le questioni sulle cause, si concentra solo sugli effetti. Di fatto, da quando e' stato reso obbligatorio per le cilindrate superiori a 50 cc, i motociclisti hanno sempre cercato di fregare i vigili, fino alla assuefazione e accettazione di questi ultimi rispetto a chi continuava a non indossarlo. Il rispetto del codice della strada non si e' trasformata in un'esigenza della collettivita' di cui si e' individualmente parte, ma come necessita' per non "prendere la multa" e, quindi, un optional da rispettare il meno possibile.
Se questa norma verra' approvata, la situazione disastrosa di oggi si modifichera' solo in negativo rispetto al codice della strada, perche' saranno sempre piu' numerosi coloro che cercheranno di fregare il codice e che lo vivranno come una limitazione della loro liberta' personale … anche di farsi male.
Lo Stato e' giusto che intervenga in questo ambito, e anche in modo consistente, ma non dovrebbe mai farlo limitando la liberta' del singolo, fintanto che questa liberta' non lede quella di altri. Ed e' proprio il caso del casco, cosi' come delle cinture (l'optional piu' optional di tutti).
Noi crediamo che si debba investire in informazione, molto piu' di quanto non si sia fatto oggi, per convincere ognuno della opportunita' di proteggersi, ma non imponendoglielo.
Il flagello del traffico e degli incidenti stradali non si puo' cancellare con un colpo di spugna, ma solo conquistando alla fiducia verso le leggi e la propria salute tutti coloro
 
 
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