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CASO NARDACCI / SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA.
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Comunicato 
29 settembre 1998 0:00
 
SE POI E' ACCUSATO DI PEDOFILIA, ANCORA MEGLIO. CHISSA' CHE NON USI ANCHE INTERNET ……
A CHI GIOVA ? NON CERTO ALLA GIUSTIZIA E ALLA SUA SITUAZIONE DA EUTANASIA.

Firenze, 29 Settembre 1998. La tragica vicenda del piccolo Simeone di Ostia si' colorata di un ulteriore tragico episodio, con le accuse di violenza sessuale della sorellastra del piccolo verso il babbo Franco Nardacci.
"Storie, purtroppo, tragicamente ordinarie, perche' i reati di pedofilia sono consumati al 98% nell'ambito famigliare, e quando emergono ci raccontano storie squallide, tristi e violente". Cosi' interviene Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, che continua: "Ma siamo sempre nell'ambito di una denuncia, non di una condanna gia' emessa. E questo e' molto grave. Evidentemente la vicenda del "mostro di Firenze" ha insegnato poco, nonostante l'assoluzione del principale responsabile, Pacciani, che per anni, da mostro, aveva occupato le cronache e le fantasie di mezza Italia.
Tra i tanti mostri sbattuti in prima pagina, ora c'e' l'orco, che fa riaffiorare incubi infantili in storie d'altri tempi. Al signor Franco Nardacci gli manca solo di aver un indirizzo di posta elettronica, aver qualche volta navigato in Internet (che nell'informazione e' diventato lo strumento per eccellenza con cui i violentatori di bimbi catturano le loro vittime), e diventerebbe lo sfogo finale di questa fobia di fine secolo.
A scuola mi avevano insegnato che un cittadino inquisito e' innocente fino a quando non c'e' una sentenza definitiva che lo condanni. E mi avevano anche insegnato che chiunque non deve interferire nelle indagini. Ma questa e' dottrina che, come molte cose nel Belpaese, non collima con la realta'.
A chi giova? A nessuno. E tantomeno alla Giustizia, che e' in condizioni tali che un atto di eutanasia gli farebbe molto bene. Non sono considerazioni di un'associazione di testardi consumatori e utenti, ma sono valutazioni scientifiche fatte a livello europeo e di cui ha anche molto parlato la stampa italiana. Gli orchi nelle aule di giustizia, tra l'altro, e' molto probabile che non ci arriveranno mai, perche' l'orchite e' considerata una malattia di cui non si risponde con la propria volonta'.
Forse serve a creare piu' attenzione verso un mezzo di informazione, e quindi piu' profitti per il suo editore? No, perche', su tutti questi mezzi, ogni giorno, troneggia un orco che fa l'occhiolino al consumatore, che per fortuna, si e' un po' abituato, e non premia chi glielo propone.
Quindi: Giustizia compromessa, vendite non in aumento, confusione tra accusato e condannato, abitudine all'orco che non fa piu' distinguere il bianco dal nero. Perche'
 
 
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