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COMMERCIO ELETTRONICO
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Comunicato 
18 novembre 1998 0:00
 

APPROVATE LE REGOLE UE: UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA DI CHI VUOLE IMBRIGLIARE INTERNET CONTRO CHI VUOLE L'AUTODISCIPLINA.
DA OGGI C'E' MENO LIBERTA' ECONOMICA E DI COMMERCIO.

Firenze, 18 Novembre 1998. La Commissione europea ha adottato una direttiva che disciplina il commercio elettronico, dove la sostanza sta nell'applicazione delle regole dei singoli mercati nelle transazioni commerciali.
Interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
"La scoperta dell'acqua calda, su cui non c'era alcuna necessita' di scomodare siffatte autorevolezze. La voglia di comunque dire la propria nel commercio elettronico, nasconde altre voglie e altre mire, neanche tanto celate: quelle di voler regolamentare tutti gli aspetti della nostra vita, anche quelli che lo sono gia'; infatti che differenza c'e' tra commercio elettronico e vendita per corrispondenza? Nessuna.
Che bisogno c'e' di ricordarci che le regole di riferimento sono quelle dove ha sede legale la ditta da cui si acquista un prodotto o un servizio; forse per il commercio non elettronico, ma effettuato per corrispondenza, e' diverso?
C'erano due "scuole" che si confrontavano, ma da oggi questo confronto e' stato rotto con la direttiva della Commissione, che ha ufficialmente aperto una guerra, con un atto unilaterale, quando, invece, era auspicabile una politica d'attesa e approfondimento, cosi' come gia' si era paventato in un convegno dello scorso settembre a Parigi.
L'atto di guerra e' stato scritto da quella scuola che vuole ad ogni costo trovare regole per Internet, contro quella che sostiene che l'unica regola puo' essere l'autodisciplina; caldeggiata, quest'ultima, dall'Amministrazione Usa, che ha incaricato il vicepresidente Al Gore per stendere il piano dell'autostrada telematica.
La Commissione eurocratica ha messo la prima pietra di un palazzo/prigione in cui vorrebbe rinchiudere il potenziale di liberta' civica ed economica che Internet rappresenta. Gia' a luglio la Commissione aveva fatto le prove generali con le norme conosciute come "anti-pedolfile", con l'unico risultato di scatenare una campagna di demonizzazione di Internet.
Ma non gli e' bastato. Ora viene al sodo, dove "batte il soldo". Con grandi proclami di liberta' -nella direttiva si prevede anche che i singoli Stati rimuovano ogni divieto all'uso di mezzi elettronici per concludere contratti- finisce per non dire nulla. Ma qualcosa rimane, ed e' l'aspetto piu' pericoloso: Internet va controllata, perche' altrimenti sara' sempre di piu' il contenitore di informazioni per cittadini utenti e consumatori consapevoli individualmente dei loro diritti e doveri, senza entita' superiori che gli dicano sempre cosa e' giusto e cosa non lo e'. In un regime di norme in esubero, come quello dei singoli Stati nazionali e quello della Comunita', non si sente proprio il bisogno di ulteriori norme che, apparentemente non dicono nulla, ma che sono l'avvio di iniziative condizionanti e vincolanti della liberta' economica e di commercio dei
 
 
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