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Covid e vaccino. Fotografia di un caos?
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Comunicato di Redazione
7 gennaio 2022 15:37
 
La fotografia della situazione è questa (Firenze):
Una persona 30/40 anni entra in ospedale per un’operazione ad un femore che se l’era rotto cascando per strada. Operazione riuscita e dovrebbe essere trasferito in riabilitazione ortopedica… ma in questi giorni di degenza ospedaliera il paziente ha preso il covid e, non essendoci strutture per pazienti covid, sarà trasferito appena possibile dove possibile. Chi cura ammala?

Questo in un contesto di (1) reparti pieni, pronto soccorso al limite della capienza, contagi del personale che ne riducono il numero in servizio. Omicron per fortuna non ha casi gravi; i gravi, che vanno in rianimazione, sono no vax e persone con diverse patologie. Le persone che potrebbero curarsi a casa non lo fanno perché ci sono problemi con la cosiddetta medicina del territorio, coi medici di famiglia messi proprio male per sovraccarico e pazienti spaventati dal covid… (1).

Normativamente è arrivato l’obbligo di vaccino per gli over 50, ma non è ancora legge e sembra che entrerà in vigore dal 15 febbraio… quindi nel frattempo non è detto che la norma non cambi. Come organizzarsi? E comunque, per chi non rispetta l’obbligo, la multa è di 100 euro una tantum (importo che forse chi non vuole vaccinarsi sta in questi mesi spendendo in tamponi…), e questo sembra che voglia dire che l’autorità che ci impone questo obbligo non stia tanto facendo sul serio e, quindi, si riuscirà a convincere quasi tutti dell’opportunità di vaccinarsi?

E ora riaprono le scuole, e cosa succederà? Possibile che le autorità non siano in grado di fare prevenzione e aspettino gli accadimenti quando le aule e i mezzi di trasporto saranno pieni di studenti, nel pieno del picco di Omicron, con soluzioni che saranno sempre in ritardo e sempre più provvisorie?

Ma perché siamo arrivati a questo dopo due anni di pandemia, che sembra ci abbiano insegnato poco?

Questo accade anche perché il Governo non ha allestito un archivio informatizzato per conoscere sia l’andamento della pandemia sia la valenza dei farmaci e/o di vaccini e/o delle cure. Un archivio dove ogni addetto alla sanità pubblica e privata avrebbe dovuto inserire contagiati, vaccinati, sottoposti a tampone e/o test sierologico e/o altri accertamenti diagnostici, tipo di virus, tipi di cura erogati, risultati delle cure, decessi, dimessi e verifiche successive sugli stessi, effetti collaterali di vaccini e cure, eccetera. Insomma tutto quello che può servire ad avere un quadro preciso della situazione a livello nazionale come di quartiere, sì da meglio programmare e gestire gli interventi.
Forse non è troppo tardi per provvedere in questo senso, anche perché, Omicron o non Omicron, nessun è in grado di scommettere (come qualche “burlone” ogni tanto declama) sulla prossima fine della pandemia.

NOTA
1 – dati che abbiamo ricavato da un’intervista del presidente dell’Ordine dei medici di Firenze: http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=349038
 
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