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ENEL E ACQUEDOTTI
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Comunicato 
16 settembre 1999 0:00
 

COMINCIA L'OPERAZIONE DI CONVINCIMENTO DEL BUON AFFARE CHE SAREBBE PER I CONSUMATORI L'ACQUISIZIONE DI ALCUNI ACQUEDOTTI DEL SUD DA PARTE DELL'ENEL. MA IN QUALUNQUE MERCATO SUCCEDE IL CONTRARIO: I VANTAGGI SI HANNO CON CONCORRENZA E LIBERTA' DI SCELTA. IL CONTRARIO DI QUANTO STA SUCCEDENDO.

Firenze, 16 Settembre 1999. Dopo le decisioni del ministero del Tesoro di girare parte degli utili della sua azienda Enel per l'acquisizione di tre importanti acquedotti del sud del Paese, si sono sollevate varie voci di consenso, dissenso e perplessita'. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito. Ma l'operazione e' gia' stata decisa, e il contorno di presunto dibattito e' solo per cercare di far meglio digerire ai perplessi questa nuova mazzata alla creazione di un mercato competitivo sui servizi di prima necessita'. Nello stesso tempo occorre farsi anche una buona immagine, che porti simpatia anche da parte dei media, in modo che l'operazione passi come "il salvagente della patria" lanciato li' dove e' importante che ci sia. La perlina del giorno e' dell'attuale amministratore straordinario dell'Acquedotto Pugliese che, forte della sua fama di risanatore di quello che era un vero e proprio colabrodo, in un'intervista a "Il Sole-24 Ore" sentenzia "con l'Enel ci sara' un freno al caro-acqua", credendo che, proprio per la sua fama, il consumatore medio possa credergli. Ma cosi' non e'. Perche' il consumatore medio ha ormai capito che il problema di fondo perche' un prodotto sia economicamente e qualitativamente competitivo, non e' nella capacita' di chi amministra in nome dello Stato, ma nella possibilita' che lui stesso possa scegliere tra varie offerte. L'amministratore Lorenzo Pallesi sa perfettamente che le tariffe dell'acqua non potranno continuare ad essere al livello attuale. Dovranno aumentare perche' il prodotto e' diventato piu' raro, e con maggiori necessita' di interventi raffinati di potabilizzazione. Ma questo per lui e' poco importante, perche' cio' che conta e' vendere l'immagine di un'Enel in grado di arginare il fenomeno, perche' una volta che sara' dentro sara' l'Enel stessa a decidere quanto far pagare agli utenti, anche e, soprattutto, in base ai suoi piani espansivi di shopping economico a 360 gradi. Questi non sono fatti nuovi. E' la quotidianita' dei servizi erogati in regime di monopolio. E non si capisce -e soprattutto non ci viene detto- perche' con l'Enel dovrebbe mettersi in moto un meccanismo diverso.

 
 
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