CAPITALISMO ITALIANO
STIANO TRANQUILLI I CONSUMATORI: CON IL NUOVO STATUTO DELL'ENEL, LORO PAGHERANNO TUTTO PIU' CARO MENTRE LO STATO HA TROVATO UN ULTERIORE METODO PER GUADAGNARE SULLE LORO SPALLE.

Firenze, 24 Settembre 1999. Approvato il nuovo statuto, ora l'Enel ha la sua golden share, grazie alla quale il socio di futura minoranza -lo Stato- si garantisce il comando delle politiche e la distribuzione degli utili.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ce lo hanno detto in diverse occasioni, anche gli attuali governanti: e' la concorrenza che fa il mercato, e quando c'e' mercato i prezzi dei prodotti e dei servizi rispondono alla domanda di utenti e consumatori.
Ma tra il dire e il fare c'e' di mezzo un oceano.
La rinuncia a far competere l'Enel (Ente Nazionale Economia e Lavoro) nell'unica economia oggi possibile in Italia per non ingolfarsi nell'inflazione che da', proprio oggi, i suoi allarmi, sta trasformando il capitalismo italiano in un mostro a piu' teste, onnivoro e preconizzatore di sventure economiche per gli amministrati e -probabili- felicita' di cassa dei suoi allegri proprietari.
Il progetto e' perfetto, peccato che non siamo piu' agli inizi degli anni '60, ma in un Paese che ha preso impegni non secondari per essere al cospetto di chi governera' il mondo nei prossimi anni.
Come gia' in passato, quando l'Enel si occupava solo di energia elettrica e ci faceva (ci fa!) pagare tariffe terribilmente alte al cospetto di altri Paesi, non si capisce perche' non dovrebbe fare altrettanto in questa sua avventura da nuova IRI. E perche' questo sia chiaro, c'e' la golden share che ben ce lo ricorda, e che consentira' allo Stato non solo di incassare i tributi sui molteplici servizi e prodotti dell'Enel, ma anche sul prezzo base su cui poi percentualmente viene calcolata l'accisa.
E' probabile che gli investimenti in quella miseria di azioni che verra' messa sul mercato siano vantaggiosi per il singolo risparmiatore; ma sara' solo apparente, perche' c i o' che si prendera' da una parte lo si dovra' ridare dall'altra.
Della serie: non investiamo sull'Enel, almeno avremo la coscienza a posto e ci