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Entrate dei Comuni e riscossione diretta. Italia irrecuperabile. Un balletto che preannuncia il rimpianto di Equitalia
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Comunicato di Redazione
18 giugno 2015 12:21
 
 La bozza del decreto cosiddetto “enti locali” approvata in Consiglio dei Ministri e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (1) ha rimandato per la SESTA volta (2) il termine dal quale Equitalia non dovrà più occuparsi della riscossione coattiva delle entrate dei Comuni con previsione che questi ultimi provvedano direttamente, o tramite società delegate, utilizzando l'ingiunzione fiscale.
Si tratta delle entrate dei Comuni, fiscali e non, per le quali attualmente e' previsto, in caso di accertamento di violazioni, la notifica di un avviso di accertamento (o del verbale per quanto riguarda le multe) e successiva eventuale iscrizione a ruolo con emissione di cartella esattoriale emessa dal riscossore di Stato (Equitalia).
La normativa che sancisce “il licenziamento” di Equitalia e' del 2011 (DL 70/2011) e nella prima versione prevedeva che il 1/1/2012 i Comuni dovessero obbligatoriamente procedere in modo diretto alla riscossione coattiva delle proprie entrate tramite ingiunzione fiscale e con gli stessi strumenti esecutivi previsti per la cartella e per Equitalia (fermo amministrativo, iscrizione di ipoteca, pignoramento, etc.).
Da quel momento molti Comuni, c'e' da dirlo, sono già passati all'utilizzo dell'ingiunzione, ma l'obbligo e' stato sempre rimandato, in attesa della riforma della fiscalità locale già prevista in termini generali dalla Legge di delega fiscale (Legge 23/2014) in attesa delle norme attuative.

La solita Italia irrecuperabile? Si'! Per due motivi:
- La certezza del diritto che va a ramengo solo perche' ci sono parti della pubblica amministrazione che non rispettano le scadenze. Due pesi e due misure: quando il singolo contribuente sfora anche di un giorno le scadenze di legge, sono dolori per il proprio portafoglio; quando lo sforamento e' invece da parte delle istituzioni... si cambia la legge. Che schifo!
- Memori dei metodi spesso delinquenziali che le singole amministrazioni comunali usano per la concezione e l'applicazione della propria fiscalita' (3), tornando indietro -solo e talvolta- dopo pesanti interventi di Tar, magistratura, etc.... crediamo che la dispersione, e l'affidamento ai Comuni, delle attività di riscossione, non solo non risolvera' le problematiche di oggi relative ad Equitalia (la cui nomea non e' il massimo, ma spesso solo per giochi di parte politica), ma le aggravera'.
Quindi, per presupposti e metodi, dalla padella alla brace....

(1) Vedi art.7 comma 7
(2) Normativa: DL 70/2011 convertito nella legge 106/2011 art.7 comma 2 lettera gg-ter.
Progoghe del termine di entrata in vigore:
- dal 1/1/2012 al 31/12/2012 (Dl 201/2011 art. 10 comma 13octies);
- dal 31/12/2012 al 30/6/2013 (Dl 174/2012 convertito nella legge 213/2012 art.9 comma 4);
- dal 30/6/2013 al 31/12/2013 (Dl 35/2013 convertito nella Legge 64/2013 art.10 comma 2ter);
- dal 31/12/2013 al 31/12/2014 (Legge 147/2013 art.1 comma 610);
- dal 31/12/2014 al 30/6/2015 (Legge 190/2014 art.1 comma 642);
- dal 30/6/2015 al 31/12/2015 (bozza decreto “enti locali”).
(3) basta chiedere ad un qualunque contribuente delle imposte locali (Tasi, Tari, Imu, etc) e, ancor peggio, agli esercenti una qualunque attivita' economica che presuppone fiscalita' ed autorizzazioni comunali.
 
 
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