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ETICHETTE BRAILLE DEI FARMACI
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Comunicato 
8 settembre 1998 0:00
 

MEDAGLIETTE SENZA VALORE
L'ADUC DENUNCIA IL BUONISMO COMMERCIALE DI ALCUNE AZIENDE CHE USANO L'ALFABETO BRAILLE PER IL NOME DEL FARMACO, MA CHE NON DANNO ALTRE INFORMAZIONI PER I CONSUMATORI NONVEDENTI, NEANCHE LA DATA DI SCADENZA. PRESENTATA UN'ISTANZA AL MINISTERO DELLA SANITA'.

Firenze,8 Settembre 1998. Sono in circolazione alcune confezioni di farmaci molto utilizzati che, sotto il nome, riportano anche la dicitura in alfabeto braille per i nonvedenti.
"Un'iniziativa lodevole, perche' non c'e' alcuna legge che li obblighi a farlo -dice Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc- ma che ha un'altra faccia: comprarsi la bonta' con quattro soldi, ingannando il consumatore. Infatti queste confezioni di farmaci, in alfabeto braille hanno solo il nome, ma nessun'altra informazione. Comprendiamo che il foglio allegato (noto come "bugiardino", per "l'alto valore d'informazione" che abitualmente gli si attribuisce) sarebbe un po' ingrombrante se tradotto in alfabeto braille, ma non ci sembrano ingombranti alcuni dati per far si' che il farmaco possa realmente essere utilizzato da un consumatore nonvedente: la data di scadenza. Lo scopo di aggiungere una traduzione in braille sarebbe quello di rendere autosufficiente un portatore di handicap come un nonvedente, in un gesto di quotidiana abitudine, l'ingestione di un farmaco. Ma la traduzione del solo nome, oltre all'inutilita' aggiunge anche la beffa, perche' il consumatore nonvedente percepisce che gli si e' dato solo una sorta di contentino, e lo mortifica nella sua condizione. E non stiamo parlando di farmaci secondari: tra quelli che ci sono stati sottoposti ci sono anche alcuni salvavita, come il Mysoline della Sit di Mede/Pavia, o farmaci di larghissimo consumo come l'antibiotico Amplital della Pharmacia&Upjohn, o l'antidolorifico Aulin della Boerhringer Mannheim.
A queste aziende non sarebbe costato una lira in piu' l'inserimento anche della data di scadenza, ma e' evidente che lo scopo della traduzione in braille non era l'ampliamento dell'informazione, ma solo la ricerca di una medaglietta buonista sulla pelle del consumatore, e in questo caso anche del consumatore piu' debole perche' handicappato non autosufficiente.
Vista la situazione squallida, abbiamo deciso di investire il ministero della Sanita' della questione, perche' valuti al piu' presto l'opportunita' di rendere obbligatorie le scritte in alfabeto braille, COMPLETE DI DATA DI SCADENZA, per l'identificazione di un
 
 
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