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FISCO: TERMINI PERENTORI PER LE
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Comunicato 
23 settembre 1997 0:00
 
CONTESTAZIONI
FISCO. I DIRITTI DEL CONTRIBUENTE STABILITI DA UNA RECENTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE: GLI ACCERTAMENTI SUL MOD.740 DEVONO ESSERE VELOCI E, SOPRATTUTTO, HANNO UNA SCADENZA CHE VA RISPETTATA.
UN IMPORTANTE SEGNALE DI COME DOVREBBE ESSERE IL RAPPORTO TRA CITTADINO E STATO: PARITARIO E NON VESSATORIO. Firenze, 23 Settembre 1997. Una sentenza della sezione civile della Corte di Cassazione -n.7088 del 9/5/97, depositata il 29/7/97- ha stabilito che i procedimenti di rettifica delle dichiarazioni ex art.36-bis del D.P.R. n.600/1973 -termine del 31 dicembre dell'anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione- e' di decadenza e deve essere riferito alla iscrizione a ruolo, e che le cartelle esattoriali notificate oltre questo termine, sono da ritenersi nulle.
"Questo vuol dire che le eventuali contestazioni del Fisco in merito alla dichiarazione dei redditi, possono essere fatte entro e non oltre il 31 dicembre dell'anno successivo". Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, e continua:
"Una scadenza che fino a questa sentenza era intesa in termini ordinatori, e che da oggi, invece, e' in termini perentori. Una buona sentenza che mette dei punti fermi e che speriamo faccia scuola in molti ambiti dei rapporti tra cittadino e Stato.
In questo modo il deposito della denuncia dei redditi ha un po' meno l'aspetto di un gioco della tombola dove chi tiene i numeri da estrarre, li sceglie in anticipo e soprattutto quando vuole lui. E' noto che la maggiorparte delle contestazioni del Fisco sono dovute a difetti di forma, e il contribuente e' sempre vissuto con l'incubo di una contestazione che, puntualmente, arriva molti anni dopo. E, la cosa piu' importante, il Fisco dovra' organizzarsi per un servizio sempre piu' veloce e preciso, ammesso che abbia la volonta' -politica e non- di farlo.
Il capovolgimento dell'interpretazione di una scadenza, portandola da ordinatoria a perentoria, e' importante, perche' stabilisce che anche lo Stato ha dei tempi da rispettare verso il cittadino, che viene quindi considerato un soggetto con dignita' civica, e non solo come un oggetto sempre a disposizione. Si passa, cioe', da un rapporto vessatorio ad uno paritario. Un'impostazione che dovrebbe essere applicata in ogni ambito di quel grande inferno che e' in generale l'Amministrazione. In tutte le contese con lo Stato e anche nelle cause giudiziarie, per i cittadini i termini entro cui far valere le proprie ragioni sono sempre perentori, mentre per l'Autorita' sono ordinatori. Questa sentenza della Cassazione sul Fisco, modifica questa impostazione. Dobbiamo pensare che sia l'inizio di una rivoluzione? Lo auspichiamo, perlomeno.


 
 
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