"Disastro ambientale". Così era per il M5S l'arrivo del Tap, il gasdotto che dall'Azerbaijan, attraverso la Turchia, la Grecia e l'Albania, approdava sulle coste pugliesi di San Foca (Melendugno, Puglia), in una delle più belle spiagge d'Italia.

E' successo esattamente il contrario.

Il Fee (Fondazione per l'educazione ambientale) ha identificato il mare, la spiaggia e l'area di san Foca tra quelle meritevoli di "Bandiera Blu" cioè: mare pulito, fauna e flora marina integre, ulivi espiantati ricollocati che crescono rigogliosamente.

La battaglia per il NO al Tap aveva mobilitato il M5S in Puglia che, nelle elezioni politiche del 2018, raggiunse il 44% di voti e determinò il successo della cinque stellata Barbara Lezzi, poi nominata Ministro per il Sud. La Lezzi sosteneva che non avrebbe posato un asciugamano da spiaggia sul gasdotto, dimenticando che il gasdotto viaggia a 10 metri di profondità; ma tant'è.
La Lezzi è stata rieletta in Parlamento.

La battaglia contro il Tap aveva trovato un suo sostenitore nel presidente della Puglia, Michele Emiliano (PD), per il quale il Tap avrebbe danneggiato il turismo e aveva paragonato il cantiere Tap al campo di concentramento di Auschwitz.
Emiliano è stato rieletto presidente della Puglia.

Bloccare il gasdotto significava sottoporsi al pagamento delle penali da 20 miliardi a carico dei contribuenti italiani.

E' bene quel che finisce bene? Certamente, ma occorre che i cittadini  ragionino con la propria testa, perché se è vero che istillare paura è il modo migliore per conquistare consensi, è altrettanto necessario che la Ragione faccia la propria parte.
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