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Governo. Politica estera. Il ministro Di Maio si è svegliato. Bene così
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Comunicato di Primo Mastrantoni
30 giugno 2021 11:43
 
  In una gustosissima scenetta de il film "Il marchese del Grillo", Ricciotto, l'aiutante del nobile romano, annunciava, dalla finestra del palazzo avito, la buona novella del risveglio del marchese. "S'è svejato", proclamava.

Non vogliamo essere irriverenti, ma abbiamo sorriso quando, nell'incontro con il segretario di Stato americano Antony Blinken, il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha detto che i legami commerciali sino-italiani "sono assolutamente incomparabili con l'alleanza dell'Italia con gli Stati Uniti e le partnership con la Nato e l'Ue."
E' una buona novella.

Pochi ricorderanno i rapporti con la Cina del nostro Di Maio, allora anche vicepremier nel governo Conte1, concretizzati nel "Memorandum d'intesa" tra i due paesi e presentato come accordo economico, mentre erano, invece, politici, il che ha provocato sconcerto tra i membri del G7 (le 7 potenze economicamente più avanzate) e nei paesi della Nato.
L'accordo, di economico aveva poco o punto, salvo reclamizzare l'esportazione di arance italiane in Cina che, tra l'altro è uno dei maggiori Paesi produttori dell'agrume.
Pochi ricorderanno la proposta del Di Maio di un referendum per l'uscita dall'euro e, quindi dalla Ue, e anche dalla Nato perché "strumento di aggressione".

"Voglio essere molto chiaro", ha detto Di Maio, "le alleanze dell'Italia con Stati Uniti, Nato e Ue non sono solo alleanze strategiche, ma alleanze di valori, che permettono alla nostra democrazia di affrontare temi come le violazioni dei diritti umani".
Buon risveglio.
 
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