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GRAZIE ALLA FINANZIARIA LA GIUSTIZIA PER I CONSUMATORI SARA' PIU' COSTOSA. PAGARE 30 EURO AL GIUDICE DI PACE PER RECUPERARNE 20? MA DOVE SI VUOLE ARRIVARE?
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Comunicato 
30 dicembre 2004 0:00
 

Firenze, 30 Dicembre 2004. La Finanziaria approvata dal Parlamento avra' anche abbassato le tasse, ma le ha alzate da qualche altra parte e, a parte l'esborso economico, sicuramente ha dato un duro colpo al ricorso alla giustizia da parte dei consumatori Stiamo parlando all'aumento del costo del contributo unificato previsto per chi si rivolge ai giudici per chiedere giustizia, e soprattutto, all'introduzione di quello di 30 euro per i contenziosi fino a 1.100 euro e le conciliazioni fino a 1.033 euro.
Chi si rivolge ai giudici (conciliazione o contenzioso che sia) per questi importi, e' la maggiorparte dei consumatori che, dopo aver chiesto consigli ad associazioni come la nostra, vengono indirizzati, in caso di indisponibilita' della loro controparte, verso questa procedura proprio perche' economica oltre che veloce. Ma oggi non e' piu' economica e, riguardo a velocita', vista la crescita esponenziale di chi chiede giustizia e la sostanziale stabilita' del numero di uffici e giudici, sta perdendo anche quella.
Stiamo parlando di piccole questioni della quotidianita' delle persone, ma che creano non pochi problemi a chi ne e' vittima: la lavanderia che non vuole risarcire il capo d'abbigliamento rovinato, il commerciante che non vuole applicare la garanzia di legge o ci mette una vita per rendere un oggetto riparato, l'artigiano che all'ultimo momento ha chiesto una parcella esosa o che non ha fatto il suo lavoro a regola d'arte, il gestore elettrico o del gas o dell'acqua che chiede soldi in modo ingiustificato o che e' inadempiente nel rendere un servizio, il turista che non ha visto rispettare il contratto da parte del tour operator o del vettore aereo o ferroviario, l'utente del monopolista Sky di fronte al muro del disservizio e dell'incomunicabilita' (una vera e propria epidemia), e, SOPRATTUTTO, la marea di inadempienze dei vari gestori telefonici, Telecom in testa.
Diciamo soprattutto, perche', per le questioni di telefonia, la legge ha gia' messo un bastone fra le ruote ai consumatori, la conciliazione obbligatoria presso il Corecom della propria regione: servizio non attivo ovunque e spesso solo nel capoluogo, distante anche centinaia di chilometri dalla propria abitazione. Uffici in cui in buona parte dei casi i gestori convenuti non si presentano (non c'e' sanzione in merito), e quando invece si fanno vedere e' rarissimo che concilino se non in caso di evidentissimo loro errore. Per cui, solo dopo questo tentativo di conciliazione, il consumatore puo' recarsi al giudice di pace (che spesso e' nella propria cittadina o quella accanto o nel capoluogo di provincia a pochi chilometri). Una rete di 21 uffici (Corecom) a fronte degli oltre 800 per i circa 5 mila giudici di pace (dati gennaio 2003).
Ricordiamo che le problematiche relative a queste richieste di giustizia per la telefonia, sono quasi sempre legate a poche decine o centinaia di euro: servizi non richiesti e trovati in bolletta, tipologie di contratto modificate arbitrariamente dal gestore in altre ovviamente piu' costose, immissioni esterne nelle linee (per carenza tecnica delle stesse) addebitate all'abbonato, consumi presumibilmente non richiesti in precedenza e che lo stesso gestore spesso non e' in grado di documentare, recupero di presunti crediti da societa' che hanno acquistato gli stessi dai gestori telefonici (spesso venduti perche' inesigibili).
Va da se' che se si introduce il contributo unificato in questa fascia di contenzioso e conciliazione, non solo il consumatore si sentira' fiaccato nel ricorrere allla giustizia, MA SOPRATTUTTO I GESTORI TELEFONICI si sentiranno piu' confortati nel perseverare e intensificare in queste loro richieste e a non prendere provvedimenti quando le stesse sono generate da loro disfunzioni amministrative e commerciali.
La domanda e' d'uopo: dove si vuole arrivare? Ad un totale allontanamento del cittadino/consumatore dalla fiducia nelle istituzioni? Quando lo si fiacca e lo si colpisce li' dove invece una democrazia si deve e si puo' dimostrare forte (la possibilita' di rimediare all'ingiustizia), il colpo assestato ci sembra piu' che micidiale. E ci sembra il nostro caso.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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