COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

INFLAZIONE E ISTAT
UN SONDAGGIO D'OPINIONE FATTO COL PALLOTTOLIERE
L'ADUC EVIDENZIA COME I DATI ISTAT SULL'INFLAZIONE SONO DA CONSIDERARE SOLO INDICATIVAMENTE, PERCHE' I PRODOTTI DI LARGO CONSUMO SONO FUORI DEL PANIERE DI CALCOLO.
L'ECONOMIA NON STA "TIRANDO", MA "TIRA" L'ARTIFICIO.

Firenze, 23 Luglio 1998. Sono quasi ufficiali i dati Istat sull'inflazione, perche' le citta' campione hanno gia' dato i loro risultati confermando l'incremento annuo dell'1,8%.
E tutti si sentono piu' tranquilli.
"Ma e' la tranquillita' che puo' nascere da un sondaggio d'opinione, fatto con un gioco come il pallottoliere; non e' una statistica". Cosi' interviene l'Aduc per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, che continua: "non vedo com'altro si potrebbe definire un calcolo che e' fatto in modo oscuro quanto arbitrario. Da quando nel 1995 l'Istat ha cambiato radicalmente le regole di calcolo dell'indicatore dei prezzi al consumo, non ha mai reso note, in maniera esaustiva, queste procedure di calcolo. Inoltre:
- non ha mai formulato alcuna considerazione sulla modificazione dei pesi
- ha privilegiato i prezzi sotto controllo pubblico (tra cui molte tariffe). Per cui se domani l'inflazione dovesse subire un'impennata, il Governo potrebbe bloccare o addirittura ridurre la tariffe, che controlla in modo diretto o indiretto
- trascura per intero le nostre principali uscite di cassa, che sono dovute a imposte, tasse e contributi obbligatori
- usa alcuni "prodotti civetta" decisamente jurassici, come cucirini, bottoni per camicia, fede nuziale o cucchiaini d'argento
- ignora prodotti di largo consumo come scarpe da ginnastica, mutui fondiari, assicurazioni moto e supplementi ferroviari. E inoltre ignora le tasse camuffate da bolli, come quelli auto, per la patente, sui conti correnti, la carta bollata.
E questi sono solo alcuni esempi, ma crediamo siano sufficienti per capire che non dobbiamo stare affatto tranquilli: l'economia non sta "tirando", ma