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LIBERTA' DI COMMERCIO
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Comunicato 
26 marzo 1998 0:00
 

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

LIBERALIZZAZIONE DEL COMMERCIO. NO AL SEXY-SHOP: LE PROVE GENERALI SONO GIA' COMINCIATE A FIRENZE, CON L'APPROVAZIONE DI NUOVE NORME CHE NE LIMITANO L'APERTURA.

Firenze, 26 Marzo 1998. "Gli esercizi aperti al pubblico vietati ai minori sono consentiti solo se l'ingresso del locale dista almeno 200 metri dall'accesso di scuole e impianti sportivi frequentati da minorenni". Questa la norma approvata dalla Giunta che governa la citta' di Firenze, per impedire, anche se non lo scrivono esplicitamente, che un sexy-shop apra i battenti a "solo" 118 metri da una vicina scuola. I locali gia' presi in affitto, le norme comunali rispettate, l'investimento economico, tutta la merce gia' acquistata e forse gia' pagata: questo non conta, anche se fatto prima della norma approvata ad hoc; quel che conta e' che la gioventu' scolastica e sportiva sia preservata, ma senza preservativo, sia informata, ma senza informazione, sia "sessualmente istruita", ma senza l'oggetto della materia.
E' il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che cosi' interviene.
Potremmo dissertare all'infinito sul bacchettonismo della giunta di centro-sinistra che governa Firenze, ma servirebbe a poco, sia per loro che per i giovani che vogliono difendere: questi ultimi sanno benissimo difendersi da soli continuando a vivere e praticare la loro sessualita' disobbedendo ai sessuofobi di sempre, mentre la giunta non capirebbe, perche' quando qualcuno con poteri istituzionali si erge a difensore dei propri valori, scambiandoli per quelli della comunita', e' difficile fargli cambiare idea, occorre solo cercare di impedire che continui a far male, anche a se' stesso.
Quello che emerge in modo molto evidente, invece, e' la concezione che una giunta di centro-sinistra (in sintonia quindi con lo schieramento del governo nazionale) ha delle leggi e dei suoi poteri.
La legge sulla cosiddetta liberalizzazione del commercio sta per entrare nella fase operativa, e il comportamento della giunta fiorentina e' la prima prova generale. L'avevamo gia' detto: questa legge non liberalizza, ma crea solo discrezionalita' e nuovi poteri forti, ai danni del consumatore. Cio' che sta succedendo a Firenze, ne e' esempio: sei un negozio con tutte le norme possibili e immaginabili in regola, ma per un qualche motivo io, autorita' pubblica, non ti voglio fare aprire? Semplice: cambio le regole in corso d'opera: mi invento, in questo caso, il concetto di cordone sanitario di 200 metri. Ed oggi e' un sexy-shop, ma domani potrebbe benissimo essere un negozio di pompe funebri o di fiori: altrettante nuove regole potrebbero essere adottate per evitare qualunque forma di concorrenza.
Comincia a prendere forma il significato piu' preciso di cosa la nuova legge Bersani sul commercio puo' significare per i consumatori: una forma di tutela che deve dire loro cosa e' buono e cosa e' cattivo, non solo, ma anche dove, come e chi deve venderti certi prodotti. Se torniamo al caso del sexy-shop fiorentino, non possiamo non credere che il commerciante, se dovesse adeguarsi alle nuove norme, non puo' far altro che chiudere: come li riprende tutti i soldi che ha gia' speso e investito?
Aspettiamo il prossimo passo, che non escludiamo possa essere una serie di agevolazioni e
 
 
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