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La foto è storica: Yitzhak Rabin, primo ministro d'Israele, stringe la mano a Yasser Arafat, leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. In mezzo il presidente degli Usa, Bill Clinton.
Era il 1993 e l'evento si svolse nei giardini della Casa Bianca (Usa).
Fu a conclusione di lunghe trattative concluse con quel che si definì come "Accordi di Oslo".
Punto cardine il riconoscimento reciproco e il diritto a esistere per entrambe le parti, con la ripartizione territoriale tra Autorità palestinese e Israele, ma Hamas, il Movimento per il Jihad islamico in Palestina e il Fronte popolare per la Liberazione della Palestina non riconobbero l'accordo perché erano, e sono, contrari al riconoscimento dello Stato di Israele.
Difficile dialogare con chi non ti riconosce il diritto all'esistenza.
Hamas è stata inserita nell'elenco delle organizzazioni terroristiche da Unione europea, Stati Uniti, Giappone e Canada, L'Australia e il Regno Unito elencano l'ala militare di Hamas, come organizzazione terroristica. L'Egitto ha denominato come organizzazione terroristica sia l'entità politica che armata di Hamas che è bandita dalla Giordania.
Si torna all'odierno con Hamas che controlla Gaza, dopo il ritiro israeliano, e che persegue la stessa linea politica di negazione dello Stato di Israele. Il conflitto è inevitabile; così non si riesce a trovare la soluzione e ciclicamente si riaccende lo scontro.
I conflitti nell'area mediorientale e nordafricana ci coinvolgono per questioni economiche e umanitarie. Occorre che l'Unione europea si faccia sentire.
Purtroppo, l'Unione europea non ha una politica estera comune, è rimasta al fallimento di "due popoli, due Stati".
Meglio cambiare linea politica e risolvere in "due popoli, due democrazie".
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