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MULTA SUL CONDONO EDILIZIO/2
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Comunicato 
15 ottobre 1998 0:00
 

AMMINISTRAZIONI ARROGANTI CHE DICONO IL FALSO PER INTIMORIRE I CITTADINI E CHE SI ERGONO A DIFENSORI SOLO DEL LORO PALAZZO STRAVOLGENDO LE FUNZIONI ISTITUZIONALI A CUI SONO DEMANDATI: UN FILM? NO! SOLO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO AL COMUNE DI FIRENZE, DOVE FANNO LE BATTAGLIE CONTRO I CITTADINI E CAMBIANO LE LEGGI A LORO TORNACONTO.

Firenze, 15 ottobre 1998. Presentato il primo ricorso al Tar per la vicenda della multa sulla multa -la richiesta di oblazione per danno edilizio ambientale e paesaggistico che alcuni Comuni, in particolare Firenze, stanno inviando a chi era gia' stato condonato- si raccolgono le prime sconclusionate reazioni di dirigenti e funzionari del Comune.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc Vincenzo Donvito.
L'assessore agli Affari Generali del Comune di Firenze, Massimo Carli, si e' lanciato in dichiarazioni pubbliche notevolmente improprie per una persona con tale responsabilita'. Infatti l'assessore, come apprendiamo dalla stampa, sostiene che il Comune non "si puo' permettere di perdere questa battaglia perche' se non incasseremo 30 miliardi, previsti dalle sanzioni, il bilancio del Comune sballerebbe". Non sapevamo che il Comune, per riscuotere delle tasse dovesse fare una battaglia, che, in quanto tale, si presuppone che sia contro qualcuno … in questo caso il cittadino. A scuola ci hanno insegnato che un amministratore dovesse amministrare per i cittadini, non fare battaglie, e soprattutto contro i cittadini stessi. E se questo e' il metodo che al Comune di Firenze pensano di usare per incassare del denaro, ne possiamo suggerire altri con risultati anche piu' immediati, come, per esempio, mandare delle persone con pistole spianate a bussare alle porte dei cittadini a chiedere che gli siano consegnati denari e gioielli, oppure istituire una tassa speciale per la respirazione della salubre aria che si respira nelle strade della citta'.
Inoltre un episodio di questa mattina e' molto significativo del clima di competenza, dialogo e comprensione che aleggia negli uffici del condono edilizio. Un cittadino, ricevuta la richiesta di pagamento di 300.000 lire per diritti di segreteria, che -come c'e' anche scritto sulla richiesta di pagamento stessa- e' l'atto finale per ottenere la concessione edilizia in sanatoria, ha pagato e -sempre seguendo le istruzioni scritte- si e' recato 15 giorni dopo per ritirare la concessione. Nel frattempo aveva anche ricevuto la multa sulla multa per la legge 1497/39, con scadenza di pagamento a fine novembre. Il solerte funzionario comunale, erigendosi a legislatore, gli ha detto che avrebbero dato la concessione solo dopo il pagamento della multa sulla multa, dimenticandosi palesemente che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, e che una legge, quella sul condono nella fattispecie, non la cambia ne' un funzionario e ne' un assessore, ma il Parlamento.
Se queste sono le prime reazioni, non osiamo immaginare le prossime
 
 
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