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ORARI DEI NEGOZI
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Comunicato 
10 settembre 1998 0:00
 


BATTERE I NEMICI DEI CONSUMATORI, BATTERE I CONSERVATORI DI UN POTERE JURASSICO CHE VA CONTRO IL MERCATO E IL DIRITTO AL CONSUMO.
L'ADUC DIFENDE LA PROPOSTA MINIMALISTA DELLA REGIONE TOSCANA: E' IL PRIMO TIMIDO PASSO VERSO LA PRESA D'ATTO DI UNA REALTA' DOVE DOMANDA E OFFERTA SI CONTROBILANCINO, E DOVE LA LIBERTA' DI SCELTA DEL CONSUMATORE SIA AL CENTRO DELL'ORGANIZZAZIONE ECONOMICA

Firenze 10 Settembre 1998. Le corporazioni dei commercianti stanno dando battaglia contro l'articolo 18 della nuova legge regionale toscana che consentira' ai Comuni di autocertificare la propia valenza turistica, e in questo modo derogare ai negozi l'obbligo della chiusura domenicale.
"Non ci stupiamo piu' di tanto: l'incapacita' delle corporazioni dei commercianti di vedere oltre il proprio naso, ci e' nota, come e' nota anche a molti commercianti che non si iscrivono piu' a questi cimiteri di programmazione economica". Cosi' interviene Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, sulla situazione in Toscana, e continua: "Gia' a suo tempo, con un dispiego di mezzi proprio da partito politico, le corporazioni confederali abbindolarono gli italiani e li convinsero a votare contro i referendum che liberalizzavano licenze e orari degli esercizi commerciali. Il mondo e l'economia andavano in altra direzione, ma loro, imperterriti difendevano il loro potere di controllo sulla liberta' dei commercianti: esercitato sempre e anche a fini di controllo e minaccia politica su deboli amministrazioni, non importa se di destra, centro o sinistra.
Ed eccoli di nuovo in campo a difendere l'indifendibile: infatti, come non era difficile prevedere, l'assetto del mercato, per non mettersi a fare concorrenza solo con il Bangla Desh, ha bisogno di elasticita' e flessibilita', soprattutto nell'offerta (ci sarebbe anche il discorso della flessibilita' del lavoro, ma qui non l'affrontiamo). L'esito negativo dei referendum liberalizzatori aveva bloccato una situazione che non poteva non rimettersi in movimento verso la deregolamentazione o, come nel caso della legge della regione Toscana, verso l'autoregolazione. Un primo, timido passo, questo della Toscana, verso la presa d'atto di una realta' dove domanda e offerta si controbilancino, e stabiliscano un equilibrio prima inesistente, perche' la bilancia pendeva solo dalla parte dell'offerta. La posssibilita' di scelta del consumatore deve essere al centro di un'organizzazione economica che sostiene di essere libera, altrimenti sara' il solito fumo negli occhi di un'economia corporativa che, ogni tanto, si rifa' il belletto per far meglio digerire ai suoi clienti/sudditi la sua incapacita' di innovazione e proposta.
Speriamo solo che la regione Toscana non ceda ad alcun ricatto, economico, politico e
 
 
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