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PRESSIONE FISCALE. PER L'EUROSTAT
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Comunicato 
2 settembre 1997 0:00
 
SIAMO AL NONO POSTO TRA I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA. ATTENZIONE ALLE LETTURE AFFRETTATE: IN CAMBIO DI QUALI SERVIZI PAGHIAMO MENO RISPETTO AD ALTRI PAESI? Firenze, 2 Settembre 1997. Secondo un'indagine Eurostat sulla pressione fiscale, nel 1996 l'Italia e' al nono posto tra i Paesi dell'Unione Europea: il 42,9% del Pil italiano e' andato allo Stato contro una media europea del 42,4%. Le tasse ed i contributi maggiori le pagano gli svedesi (55,2 per cento) ed i danesi (52,0%). Ultimi in classifica gli spagnoli (35,2% del PIl) e l'Irlanda (34,5%).
Attenzione alle letture affrettate -dice Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc- perche' ogni Paese oltre ad avere i politici che si merita, ha anche le tasse che si merita.
Gioire e lanciare messaggi di giustezza sul nostro sistema (anche solo in termini quantitativi), sarebbe come mettersi le bende davanti agli occhi.
Infatti, quanti di noi sarebbero disposti a pagare il 55,2% degli svedesi se, come in quel Paese, non si dovesse assolvere ad una scadenza fiscale quasi ogni giorno dell'anno, ma al massimo due tre volte l'anno? Oppure se la posta arrivasse nel giro di 24 ore, invece che dopo varie settimane? Ancora: se prendere un treno per andare da un punto ad un altro fosse una certezza e non un incognita? Se per ricevere un rimborso fiscale non si dovesse aspettare- spesso inutilmente- per anni, ma riceverlo come avviene in una trattativa privata?
Quindi: attenzione alle letture affrettate. Nel calcolo del costo della vita, se un chilo di pane a Stoccolma costa 3 mila lire e a Roma 1500 lire, non si puo' dire che a Stoccolma si vive male perche' il pane costa il doppio: infatti in Svezia gli stipendi medi sono il doppio di quelli italiani. Altrettanta logica deve essere utilizzata nel leggere l'indagine Eurostat: qual'e' la qualita' dei servizi che questo Stato ci fornisce a confronto di quelli degli Stati menzionati nella medesima tabellina..


 
 
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